lunedì 4 ottobre 2010

S.P.Q.R.

I ministri devono tenere «un comportamento sempre e doverosamente istituzionale».

A sostenerlo è il nostro Presidente del Consiglio, intervenuto dopo le polemiche scatenate dal ministro Bossi che ha dato la sua personalissima interpretazione dello storico S.P.Q.R. ossia “ sono porci questi romani”.
Per una volta ha ragione Ilvio: i ministri della Repubblica, eletti e pagati da tutti noi, devono tenere un comportamento istituzionale.
Ovviamente il premier, godendo della totale immunità, è legittimato a portarsi a palazzo Grazioli le escort che più gli aggradano, raccontare barzellette, con annessa bestemmia, sugli ebrei e Rosy Bindi, definire la magistratura un’associazione a delinquere, sollecitare una commissione d’inchiesta ecc ecc .
Lui è il premier, appunto, ed in quanto tale gli va riconosciuto come minimo il diritto alla “ contestualizzazione della bestemmia”, a sostenerlo è Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.
Per la serie “lassù qualcuno lo ama”.
Ironia a parte, l’ennesima uscita di Bossi, preceduta, qualche settimana fa, dall’indice medio rivolto ai giornalisti , è l’ennesima, ulteriore, conferma del livello della nostra classe politica.
Da mesi impegnati a discutere dell’appartamento monegasco dei “tulliano’s”, tra smentite, dossier, video messaggi e campagne giornalistiche monotematiche, registriamo la pochezza di una classe politica inconsistente, la cui unica qualità sembra essere l’accattonaggio della poltrona in vista di future elezioni, mentre il paese è totalmente privo di una politica economica che vada al di là dei consueti e vuoti proclami, tanto che la stessa Marcegaglia,alla quale non si può dare certo della comunista, ha detto chiaramente che la pazienza degli imprenditori si è esaurita.
Una enorme faglia tra il paese reale e quello mediatico è sotto gli occhi di tutti ma,purtroppo, è vista da pochi.
L’unico ministro che in questi mesi merita rispetto per il suo istituzionale silenzio è quello dello sviluppo economico, non foss’altro perché è l’unico ministro che …non è stato ancora nominato.
Un paese che cerca di uscire da una crisi planetaria, con un tasso di disoccupazione tra i giovani altissimo ed un potere di acquisto dei salari massacrato, non ha un ministro per lo sviluppo economico ma un premier che ne assume l’interim e racconta barzellette
Mi dicono che alla fine… “habemus ministro”, mentre scrivo è arrivato la lieta novella della nomina di Romani che ha appena giurato nelle mani di Napolitano.
Ci auguriamo per il bene del paese che il neo ministro abbia una casa di proprietà e, soprattutto, sia consapevole della sua provenienza.
Incassata la fiducia dai due rami (secchi) del parlamento si va avanti, tra un acquisto e l’altro di deputati, e la minaccia, sempre incombente, di nuove elezioni.
Intanto il paese reale affonda nell’incoerenza di un sistema che costringe un pensionato a sopravvivere con 500 € al mese e liquida ad un banchiere 40 milioni di buonuscita.
Solo il “gossip” sembra poter alleviare le sofferenze dell’italico popolo.
E gli argomenti non mancano di certo.
Si va dall’ennesimo scandalo per riclicaggio che ha coinvolto i vertici dello Ior , subito ricevuti dal Santo Padre, alla scuola di Adrio trasformata in un bazar di simboli leghisti; dall’arresto dell’ex arbitro Moreno, pizzicato con 6 kg di droga nelle mutande, alla caduta del mito di “micioman Corona” “nominato” dal suo ex ..ragazzo Lele Mora.
E che dire del tentativo di attentato subito da Maurizio Belpietro direttore di Libero?
L’’intrepido direttore non ha perso tempo a dettare, quasi in diretta, i titoli della notizia alla redazione del suo giornale, paragonando, qualche giorno dopo, la sua vita blindata a quella di Saviano.
Esilarante accostamento.
Non foss’altro perchè lo scrittore napoletano è stato condannato a morte dalla camorra per le sue denuncie mentre il nostro direttore “è stato salvato” da un poliziotto che a quanto pare non è nuovo ad imprese del genere, avendo già sventato un analogo attentato contro l’allora procuratore di Milano D’Ambrosio.
Allora come oggi nessun testimone ha visto il fantomatico attentatore tranne, ovviamente, l’intrepido poliziotto.
Tra un gossip e l’altro venne sera, si fece notte e verrà l’alba di un nuovo giorno per il pensionato italico e le sue 500 € mensili.
L’unico vero, intrepido, eroe di questa nostra italietta.
Cosimo Damiano Nardelli, 38 anni, laureato in economia e commercio, invece, non ce l’ha fatta a reggere la luce di un giorno sempre uguale, l’ennesimo, da precario senza futuro.
Licenziato dal call center dove lavorava, ha deciso di farla finita buttandosi dal treno su cui viaggiava.
Ai tanti, troppi, Nardelli di questo paese di veline e politicanti vada il nostro inutile ma sincero pensiero serale.

T.