sabato 22 agosto 2009

Debiti di..sangue.

22/08/09

Lo eravamo anche noi e per alcuni versi lo siamo ancora, Migranti

Il popolo italiano ha un debito di sangue con gli eritrei, ma sono in pochi a ricordarselo qui nel bel paese, la memoria ed il ricordo, si sa, non sono tra le qualità principali degli italioti.
73 morti che fanno notizia è questa, forse, l’anomalia di questo scorcio di fine estate.
I media hanno deciso di accedere per qualche giorno i riflettori su questa ennesima tragedia della disperazione.
Dubito che laggiù, in fondo al mare, dove riposano, possano anche solo intravedere questa luce, destinata ad affievolirsi e sparire tra qualche giorno.
Eppure erano uomini, bambini, donne, esseri umani che cercavano una vita migliore, che fuggivano dall’infermo dell’Eritrea, un paese retto da uno spietato dittatore, spesso in visita nel nostro bel paese.
Avevano diritto ad una vita migliore, avevano diritto a chiedere asilo politico, saranno incriminati, i superstiti per immigrazione clandestina, ma loro almeno sono vivi, respirano, hanno comunque una speranza.
La Cei ha parlato, giustamente, di “offesa all’umanità” suscitando la reazione del senatur che ha dichiarato «Quelle dei vescovi sono parole con poco senso>>.
Troppo semplice commentare le uscite di quest’individuo, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
Per non parlare del degno figlio dell’idiota padano, che ha pensato bene di mettere on line, sul sito della lega, un gioco infame che la dice lunga sulla principale qualità del giovane rampollo in camicia verde di spegnere i miliardi di neuroni, che dovrebbe possedere, per usarne uno solo.
Deve comunque far riflettere il fatto che nel nostro paese ste boiate vengono ormai accettate, condivise da un numero sempre maggiore di individui.
Il rischio concreto è che comportamenti deplorevoli siano considerati giusti e quindi normali da un numero sempre maggiore di italiani.
Il problema dell’immigrazione è un problema complesso, non può essere affrontato sulla base di slogan confezionati ad uso e consumo del proprio elettorato, necessita di soluzioni che vanno concordate a livello internazionale, ha bisogno di una stampa informata e consapevole che non si limiti a raccontare la tragedia di turno ma faccia pressione sui governanti.
Bisogna chiedersi cosa sta succedendo in Africa, occorre raccontare gli interessi dei vari stati nelle miriadi di guerre che spingono questi disperati a mettere in gioco la loro non-vita.
E’ una impresa improba se si considera che uno staterello come Malta può permettersi di puntare i piedi e, di fatto, ammazzare impunemente 73 persone.
Bisogna comunque provarci, abbiamo il dovere di non chiudere gli occhi di fronte a questo genocidio, di non dimenticare, di non essere complici del governante di turno.
Dobbiamo evitare che quei treni carichi di essere umani destinati allo sterminio dei campi di concentramento riprendano la loro silenziosa marcia tra l’indifferenza dei “comuni cittadini” .
Possiamo e dobbiamo farlo, nel nostro piccolo, insignificante, microcosmo quotidiano, lottando affinchè non prenda il sopravvento l’odio verso il diverso, difendendo quei valori dell’accoglienza e della tolleranza che, comunque, ci appartengono.
Mi rendo conto che possono sembrare parole di circostanza di fronte alla tragedia di 73 vite distrutte ma è tutto ciò che ho, è tutto ciò in cui credo.
Buonanotte Italia

T.

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