martedì 10 novembre 2009

Picconi e ..Muri.

Sono passati 20 anni dal crollo del Muro.
Quelle immagini fanno ancora riflettere, colpiscono nella loro attualità, rimandano ad altri muri che ancora resistono, separano, offendono.
Sono convinto che noi, generazione “del tutto pronto e subito”, non potremo mai capire fino in fondo l’incredulità di quei volti, quei pianti gioia per la libertà riacquistata.
Noi non siamo in grado di capire fino in fondo perché non conosciamo la vera essenza della libertà, non sappiamo cos’è perché non l’abbiamo mai persa, non abbiamo mai combattuto per essa. Semplicemente ce la siamo ritrovata, ci è stata regalata.
Ecco perché l’immagine dell’uomo che prende a picconate il muro ci strappa un sorriso.
Ma non dovremmo sorridere noi italiani, perché il piccone, quello politico, sta per far sentire la sua voce anche nel nostro paese.
Niente muri da abbattere questa volta, il popolo non dovrà scendere in piazza e Lei, la Giustizia, subirà solo pochi ma ben assestati colpi che non faranno rumore.
La riforma della giustizia è entrata con prepotenza nell’agenda politica.
A dire il vero il papi non ha mai fatto mancare agli italiani le quotidiane esternazioni sui giudici comunisti e la necessità di dar loro una calmata.
Solo che adesso è necessario passare dalle parole ai fatti, nell’interesse degli italiani naturalmente.
La nostra classe politica si è resa conto che i processi durano troppo, quelli degli italiani ovviamente, perché oggi è piuttosto difficile che un esponente della casta venga incriminato.
Fa eccezione Mastella e consorte, ma, il loro è un caso disperato, da libro cuore
A partire dal 1990, infatti, con pochi ma mirati interventi i nostri politici hanno abilmente scongiurato tale triste eventualità.
Hanno iniziato abrogando l’art.324 c.p., cui ha fatto seguito la modifica dell’art.323, la depenalizzazione (di fatto) del falso in bilancio e, nel 2005 la nuova legge sulla prescrizione.
Ora si apprestano a rendere impossibili le intercettazioni e, probabilmente, ad approvare qualche altra leggina sulla prescrizione.
Angelino, ha subito negato questa eventualità, ma il ministro ultimamente è chiamato a smentire il pomeriggio quanto affermato in mattinata.

Un esempio?
Martedì 5 Nov. Il supercarcere di Pianosa, riaprirà. Lo annuncia il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Nel piano carceri del governo - si legge in una nota - sarà prevista la riapertura del Pianosa. Il Guardasigilli ha dato mandato al Dipartimento di polizia penitenziaria di avviare le procedure per la riapertura del carcere. "Non solo riaprire il carcere di sicurezza di Pianosa, stiamo discutendo anche di riaprire il carcere dell'Asinara. Bisogna riaprirle e metterci dentro i mafiosi cattivi", ha detto da parte sua il ministro dell'Interno, Maroni.

Sarebbe interessante chiedere al ministro che fine faranno i ….mafiosi buoni.

Mercoledì 6 Nov. Il carcere di Pianosa non riaprirà. Dopo le forti proteste dei ministri dei Trasporti e dell'Ambiente, Matteoli e Prestigiacomo, contro la proposta di riaprire i penitenziari di Pianosa e dell'Asinara per i detenuti soggetti al 'carcere duro' (41bis), il Guardasigilli Angelino Alfano fa retromarcia.

Ma Angelino non è il solo a dover fare gli straordinari con le agenzie di stampa.

Oggi leggevo una dichiarazione di Scajola il quale annunciava che il prossimo Cipe conterrà le risorse per la banda larga e mi chiedevo come mai la sera prima Luca Barbareschi, uno che ha collezionato più del 50% di assenze in aula, nonchè vice presidente della Commissione Telecomunicazioni e Trasporti, ospite di Glob – l’osceno del villaggio - intervistato da Enrico Bertolino, manifestava preoccupazione per l’intenzione del governo di tagliare gli investimenti sulla banda larga.
E’ auspicabile che i due si parlino al più presto.
Un po’ come hanno fatto PDL e PD il 13 ottobre, quando hanno amabilmente inciuciato stoppando l’esame della proposta di legge costituzionale presentata dall'Idv per l'abolizione delle Province.
Naturalmente il tutto ….nell’interesse degli italiani.
E poco importa se in un sondaggio del Sole24ore il 92% degli abitanti dello stivale si è detto favorevole all’abolizione di questi inutili carrozzoni, abolizione che, per inciso, farebbe risparmiare circa 13 miliardi di euro l’anno.
Così come non ha nessuna importanza se nel programma del PDL si legge: Il nostro impegno sarà all’opposto sul lato della spesa pubblica, che ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò comprimibile. A partire dal costo della politica e dell’apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili).
Ed è inutile ricordare che lo “smemorato di Arcore” il 22 febbraio 2008 a Matrix ha definito le province enti inutili, proponendone l’abrogazione, ripetendosi il 15 sett 2008 da Vespa.
E’ inutile perché questo paese non ha memoria.

T.

PS
Buonanotte,Italia.

T.

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