lunedì 15 agosto 2011

Crak d'agosto

In principio fu la magistratura rossa.
Schiere di magistrati pronti con le loro inchieste a far cadere il governo.
Lanzichenecchi rossi decisi a mettere il naso negli “affari” dei vari Verdini, Dell’Utri & soci, a scapito della libertà dell’ovitalico popolo.
Poi fu la volta di “certa stampa” schierata con i comunisti ed incapace di comprendere che “ questa crisi è una crisi psicologica” ( Ilvio, 4 maggio 2009), “noi i più ricchi d’Europa, un pelino sopra la Germania” (Ilvio, 19 giugno 2010).
E venne agosto.
Mentre gli Usa rischiavano il default, i nostri politici già pregustavano le agognate vacanze, probabilmente rassicurati dal fatto che LUI, avrebbe riposato solo 5 giorni.
Non fu così, il crak dei mercati finanziari ha coinvolto il nostro paese, e non poteva essere diversamente.
La speculazione finanziaria non è altro che una…”scommessa”.
Gli investitori internazionali scommettono sulla debolezza degli stati, è successo con la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, accade con il nostro paese, dove una classe politica inconsistente, impegnata a risolvere i guai giudiziari del presidente del consiglio non solo è stata incapace ad analizzare ciò che accadeva nel paese reale, ma, cosa ancor più grave, ha sempre negato il baratro economico- sociale in cui rischiano di precipitare le famiglie italiane.
Le dichiarazioni di Ilvio sono lì a testimoniarlo.
La crisi, dunque, più della magistratura rossa e della stampa politicamente schierata, ha smascherato il bluff, costringendo, finalmente, il governo ad uscire allo scoperto ed ammettere implicitamente che la manovra finanziaria di quel genio (incompreso) del nostro ministro delle finanze era solo …fumo negli occhi.
Quel “meno tasse per tutti”, slogan prediletto dal nostro Ilvio in campagna elettorale è diventato sinonimo di “chiù pilu pi tutti” del nostro “ Cetto la qualunque”.
Non ci crede più nessuno.
La nebbia degli slogan si è diradata lasciando il posto alla triste realtà: occorre intervenire concretamente, rimettere a posto i conti pubblici, occuparsi del paese reale, lasciando da parte veline, bunga bunga, intercettazioni et similia.
Lo ha chiesto anche la BCE
A proposito, la “famosa lettera” inviata dalla BCE va ascritta, di diritto, tra i “misteri di questa strana estate”: nessuno ne conosce il testo ma tutti i membri dell’esecutivo ne parlano.
La rete intanto ha reso pubblico il menù di Camera e Senato, con prezzi concorrenziali anche per le mense della Caritas.
Mentre il paese sprofonda la Casta si nutre con i soldi dei contribuenti e lo fa senza ritegno alcuno.
Ancora più indigesto il menù offerto all’ovitalico popolo dall’esecutivo: 45 miliardi di euro il costo della manovra varata dal CDM.
Al paradosso di un ministro delle finanze che afferma “ questa crisi non era prevedibile, scriverò un libro” (sic), anziché pensare a dimettersi seduta stante, si aggiunge il dramma di un uomo costretto, suo malgrado, ad ammettere “ mani in tasca agli italiani, il cuore gronda di sangue”.
Già perché i tagli agli enti locali, Regioni, Provincie e Comuni, si tradurranno inevitabilmente in nuovi balzelli, tantè che a leggere le dichiarazioni di Formigoni ed Alemanno, due che proprio comunisti non sono “ I tagli che ci sono stati comunicati dal Governo attaccano il solo fronte sociale”, ben si comprende il significato della “confessione” del premier.
L’abolizione delle 36 provincie, rinviata alle prossime elezioni, lo stop ai doppi incarichi per i parlamentari “costretti” a volare in classe economica, sono solo uno specchietto per le allodole, l’estremo tentativo di un esecutivo inconsistente messo di fronte alle proprie responsabilità.
Il tempo dei “furbetti del governuccio” sembra essere agli sgoccioli, non fa notizia quindi la lettera pubblica inviata dalla nostra Aviazione al ministro della Difesa con l’invito a tenere un atteggiamento più consono nelle occasioni ufficiali.
Leggetela c’è da rimanere allibiti http://www.corriere.it/politica/11_agosto_...fd5e65f3e.shtml , non era mai successo nella storia della nostra Repubblica.
Nessuna sorpresa, in questa strana estate, neppure per i dieci milioni di euro che a quanto pare sono transitati dal conto del presidente del consiglio a quello del senatore Marcello Dell’Utri.
Don Marcello, infastidito dal clamore della vicenda, si definisce un principe decaduto che ha ricevuto un prestito da un amico, noi lo ricordiamo come un senatore di questa Repubblica condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

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