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martedì 25 agosto 2009

L'uomo del ponte.

In un famoso spot degli anni 80 “l’uomo Del Monte” , dopo aver assaggiato un pezzo di ananas, pronunciava il fatidico “Si” che dava il via alla raccolta dei frutti nella piantagione.
Oggi, a distanza di quasi trent’anni, la celebre frase “l’uomo Del Monte ha detto si” è diventata …realtà.
Noi siciliani, infatti, possiamo affermare con orgoglio di annoverare tra i nostri illustri conterranei l’incarnazione vivente di quello spot: “l’uomo Del Ponte”, al secolo Tony Zermo, una delle penne di diamante del più importante quotidiano isolano.
E “l’uomo del Ponte”, sulle pagine del Washington Post siculo, ha pronunciato il fatidico “Si” su una questione di vitale importanza per le sorti dell’ovitalico popolo: l’insegnamento del dialetto nelle scuole.
Lo ha fatto una memorabile intervista a Lino Lenza,assessore regionale ai beni culturali.
L'assessore dal canto suo è stato pronto nel dichiarare: «E’ assolutamente corretto introdurre il dialetto siciliano, o almeno una parte, nelle scuole. Ma la cosa più importante è soprattutto studiare la storia della nostra terra, le dominazioni che ha avuto, cosa hanno lasciato nel campo dell’arte”.
Argomentando che “ molto spesso troviamo persone che non sanno perché quel comune ha quel nome…” http://giornale.lasicilia.it/giornale/1908...02/navipdf.html
Per una strana associazione di idee mi viene da pensare che molte persone, e tra queste, probabilmente, l’assessore, non sanno per es. che “l’uomo Del Ponte” nel 1998 in un altro celeberrimo articolo apparso sul quotidiano più usato nella pescheria, ha recriminato sulla scomparsa dei cavalieri del lavoro catanesi così bravi e potenti "da attirare non solo ammirazione, ma anche invidia, tanto che qualcuno, negli anni bui li soprannominò i "quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa" come se i mali della città dipendessero da loro".
Quel “qualcuno”, il cui nome il bravo giornalista si guarda bene dal fare, era Giuseppe Fava, caduto per mano mafiosa, gli “anni bui” sono gli anni del sacco di Catania che videro l’ascesa di un uomo pio e timorato di Dio : Nitto Santapaola
Ma questa è un’altra storia, che, probabilmente, non verrà mai raccontata nelle scuole, neppure in vernacolo.
Intanto, a leggere gli articoli dedicati all’argomento apprendiamo (a conferma che De Andrè aveva ragione sulla utilità dei ….rifiuti del metabolismo umano) che già nel 2000 l’allora governo Capodicasa pensò bene d’introdurre lo studio facoltativo del dialetto nelle scuole siciliane, con buona pace per la proposta leghista, arrivata con ben nove anni di ritardo.
I risultati mi pare siano sotto gli occhi di tutti, basta farsi un giro nelle scuole della nostra regione per rendersene conto e lanciare una proposta ancora più rivoluzionaria: l’istituzione facoltativa dello studio della lingua italiana.
Se poi si decidesse, magari per decreto e ponendo la fiducia, di rendere obbligatorio anche per la categoria dei giornalisti lo studio della letteratura italiana, probabilmente, si eviterebbero certe cantonate o citazioni ad minchiam, come quella che vede protagonista, nello stesso articolo dell’intervista all’assessore, il nostro “uomo del Ponte” , il quale attribuisce a Ciullo d’Alcamo il celebre sonetto di Cecco Angiolieri “ Si fossi foco…”
Ma a lui, non avendo i morti diritto di parola ed i vivi il dovere di ricordare, tutto è concesso.
Ed allora concedetemi di credere che Antonello Venditti scrivendo “penna a sfera” pensasse al nostro Tony http://www.youtube.com/watch?v=TPBh-fjkefE
Non è così, lo so, ma il pensiero è dolce e mi allieta lo stesso.

T.

PS
Buonanotte,Italia.

venerdì 3 luglio 2009

Intercettazioni.

28/01/09

Pdl e Lega hanno finalmente raggiunto l’accordo sul delicato tema delle intercettazioni. http://www.corriere.it/politica/09_gennaio...44f02aabc.shtml
La nazione ha potuto tirare un sospiro di sollievo, gli italiani infatti a forza di sentirsi dire tutti i giorni che sono spiati hanno sviluppato la sindrome da grande fratello arrivando a farsi bonificare da ditte specializzate il frigorifero di casa.
Già immagino i fedeli di catanesi alla prese con la nuova litania: "siamo tutti spiati tutti, viva San Silvio"
Alla riunione non ha partecipato il premier che ha accusato un lieve raffreddore, c’era però il suo esperto consigliori avv. Sen Nicolò Ghedini. Quando si dice la casualità.
Inutile discutere sul ddl, sono tali e tanti gli emendamenti che rischieremmo di scrivere inesattezze.
Del resto in questi ultimi mesi sul tema si è detto tutto e il contrario di tutto.
Il premier poi ha dimostrato la consueta coerenza nel rimangiarsi il pomeriggio ciò che aveva dichiarato in mattinata.
Aspettiamo, sono sicuro che le sorprese non mancheranno.
E’ interessante invece fare alcune semplici riflessioni su come si è arrivati a questo accordo e su alcune strane coincidenze.
Probabilmente se non fosse per gli stupri di questi ultimi giorni il tema delle intercettazioni avrebbe aperto le prime pagine dei maggiori quotidiani.
Ma si è trattato di una breve parentesi, arrestati i quattro rumeni adesso si può riprendere con le intercettazioni spiegando agli italiani che la loro privacy finalmente è al sicuro.
Un po’ più difficile sarebbe stato spiegare loro che il reato di violenza sessuale non rientrava tra quelli intercettabili qualora non ricorresse l’aggravante.
Ma si è posto rimedio in tempo, a quanto pare le limitazioni riguarderanno la durata delle intercettazioni non i reati.
La straordinaria coincidenza temporale con cui è venuto fuori il caso dell’archivio Genchi ovviamente …è solo una coincidenza, oltre che una colossale bufala.
E chiama in causa ancora una volta la qualità dell’informazione nel nostro paese.
La prima pagina del Corriere della Sera del 24 gennaio u.s. riportava un articolo in cui il premier affermava “«Sta per uscire uno scandalo che sarà il più grande della storia della Repubblica. Un signore ha messo sotto controllo 350mila persone, dobbiamo essere decisi a non consentire questo sistema di indagine che non deve continuare”. http://www.corriere.it/politica/09_gennaio...44f02aabc.shtml
In un paese normale, un giornalista normale prima di pubblicare una idiozia simile su un giornale normale avrebbe dovuto come minimo informarsi sul meccanismo che presiede all’intercettazione dell’utenza di un cittadino.
Avrebbe così scoperto, il solerte giornalista, che il signore al quale si riferiva il premier non avrebbe potuto intercettare un bel nulla.
Per un motivo molto semplice.
Gioacchino Genchi è un vice questore della polizia in aspettativa, nonché consulente di diverse procure, vale a dire un privato cittadino il quale, avendo compreso in anticipo che il mestiere di consulente è molto più redditizio di quello del poliziotto ha deciso di mettere a frutto l’esperienza acquisita
In questa sua veste di consulente non avrebbe potuto intercettare un bel nulla per ragioni di ordine giuridico (le intercettazioni vengono effettuate dalla polizia giudiziaria, vale a dire dai reparti investigativi di carabinieri, polizia e guardia di finanza previa autorizzazione della magistratura) e tecnico, con l’uso di apparecchiature di cui il consulente non avrebbe potuto disporre.
E le 350.000 persone intercettate ? Una balla, appunto.
Non di intercettazioni si tratta ma dell’analisi del traffico di utenze telefoniche.
C’è una bella differenza: nel primo caso infatti si ascoltano le conversazioni delle persone intercettate, nel secondo si incrociano i dati relativi ai contatti telefonici.
Il magistrato chiede ed autorizza il consulente ad analizzare i contatti telefonici tra Tizio e Caio.
Se poi Caio chiama Sempronio e quest’ultimo è un politico ecco che la cosa inizia a complicarsi.
I politici italiani, è cosa notoria, sono particolarmente gelosi della loro privacy, specie quando intrattengono rapporti di varia natura con faccendieri navigati ed influenti.
Cosa che, a quanto pare, De Magistris non voleva capire.
Ed il fatto che Genchi fosse il consulente dell’epurato magistrato ? Una coincidenza, appunto.
Intanto però sulla prima pagina del Corriere si fa credere che una sola persona ha intercettato 350.000 italiani.
E l’opposizione vi starete chiedendo?
Il Pd, con Lanfranco Tenaglia ministro ombra della Giustizia, si dice d'accordo sulla necessità di un legge che tuteli la privacy e stabilisca limiti certi e precisi al segreto investigativo, ma - avverte - «non si prenda a pretesto la vicenda Genchi, pur grave, per una riforma che limiti uno strumento di indagine che è fondamentale per l'accertamento dei reati e per la sicurezza dei cittadini».
Cavolo, non fosse per l’opposizione – ombra, resterebbe solo Di Pietro a dire che si tratta dell’ennesima bufala.
A dire il vero verrebbe da chiedersi quale opposizione, perché le parole di Rutelli instillano il dubbio che esista “"Abbiamo visto cose molto, molto, molto rilevanti", ha detto stasera alla registrazione del programma Rai "Porta a Porta" Francesco Rutelli, presidente del Copasir, riferendosi soprattutto alle notizie di stampa secondo cui sarebbero stati intercettati anche agenti dei servizi.”

Per la serie… abbiamo visto cose che voi cittadini normali non potreste mai comprendere, fortuna che ci siamo noi “ Blade runner” a difendere la vostra privacy.
Noi ...dell’opposizione ombra, in un paese di ciechi è il massimo che si possa pretendere in questo periodo di saldi.
Buonanotte Italia.


T.