venerdì 16 settembre 2011

Un governo di... proci.

Eugenio Scalfari in un editoriale apparso qualche giorno fa su Repubblica faceva citava Penolepe e la sua famosa tela per commentare i decreti di un governo che con puntualità elvetica si è preoccupato di …disfare di notte quanto promesso di giorno.
Mancavano in tale bella e suggestiva immagine i pretendenti al trono di Itaca:i proci.
Giovani nobili che bivaccavano nella reggia, nell’attesa, rivelatasi vana, di assurgere al trono.
Parassiti che, come tutti sanno, furono schiacciati da Ulisse .
Leggendo l’editoriale, tuttavia, il ricordo dei proci è riaffiorato con sorprendente attualità, i parassiti dell’Odissea, infatti, hanno assunto le fattezze di coloro che bivaccano nei palazzi della politica, banchettando con i resti di un paese allo sfascio, senza pudore, senza timore, senza quella dignità che nasce dal giudizio popolare ormai ignorato, calpestato, irriso.
I tagli epocali ai costi della politica, strombazzati ai quattro venti solo qualche settimana fa dalla “Padania”, sono evaporati come neve al sole, scomparsi anche i tagli a pensioni e vitalizi dei politici con doppio incarico, evaporata l’abolizione della metà dei parlamentari, la casta ha pensato bene di negare l’arresto di uno dei suoi commensali :Marco Milanese, deputato e collaboratore del ministro Tremonti
CVD avrebbe detto il mio vecchio insegnante di matematica, come volevasi dimostrare.
Giusto per rimanere in tema di …teoremi e dimostrazioni registriamo l’ennesimo tentativo delle toghe rosse di dimostrare che la premiata ditta Lavitola&Tarantini era solita estorcere del denaro al presidente del consiglio mentre quest’ultimo dopo aver promesso alla banda bassotti “vi scagionerò tutti” ed aver consigliato all’amico Lavitola di rimanere all’estero, ha affermato che ha solo aiutato una famiglia in difficoltà.
Lo ha fatto con il consueto candore con il quale è solito accompagnare le balle spaziali propinate in questi anni all’ovitalico popolo, un candore che ispira tenerezza.
La stessa tenerezza che ho provato nel leggere della tragedia che ha colpito il Ministro del Turismo Maria Vittoria Brambilla la quale ha tappezzato i muri di un paesino in provincia di Lecco con i manifesti del cane scomparso, offrendo una lauta ricompensa per il suo ritrovamento.
Il cane non è stato ritrovato ma la rossa Brambilla si è beccata una multa di 2000 €.
Si sospetta che la cagnolina possa essere stata adescata da qualche suo simile,nomade, attirato dai nobili natali e dal nome altrettanto altisonante:Cartier.
A proposito di ..scomparse va segnalata la prematura dipartita dell’uso corretto dei verbi, testimonial d’eccezione e campione incontrastato della materia, sempre lui: Er Trotahttp://video.corriere.it/news/italia/index...9b-7f60b377ee16
Chi invece non ne vuol proprio sapere di scomparire dal tubo catodico è l’inossidabile “scodinzolini”
Il direttore del Tg1, infatti, nel l’ennesimo editoriale pagato dall’ovitalico popolo ha perso la consueta occasione per tacere e con la fedeltà al suo “padrone”che gli è da tutti universalmente riconosciuta ha dichiarato: “Il governo resta perchè ha i numeri in Parlamento ma intanto si logora l'immagine del Paese - ha detto ancora Minzolini . Ieri è stata approvata una manovra che dà credibilità al Paese, oggi viene messa in atto un'operazione che distrugge quella credibilità. Per questo una legge che regolamenta le intercettazioni è necessaria, quanto la manovra approvata ieri invocando una legge sulle intercettazioni per porre rimedio alla gogna mediatica”

A logorare il paese sono quindi le intercettazioni, non i protagonisti delle stesse con le loro porcate ed i loro festini.
L’approvazione di una legge sulle intercettazioni, a detta del fido “scodinzolini”, è necessaria quanto la manovra economica, come dargli torto? E’ evidente, infatti, che il problema degli italiani non è la recessione alle porte e la difficoltà di arrivare alla fine del mese ma…le vicende a luci rosse del premier e della sua corte di …proci.

T.

lunedì 15 agosto 2011

Crak d'agosto

In principio fu la magistratura rossa.
Schiere di magistrati pronti con le loro inchieste a far cadere il governo.
Lanzichenecchi rossi decisi a mettere il naso negli “affari” dei vari Verdini, Dell’Utri & soci, a scapito della libertà dell’ovitalico popolo.
Poi fu la volta di “certa stampa” schierata con i comunisti ed incapace di comprendere che “ questa crisi è una crisi psicologica” ( Ilvio, 4 maggio 2009), “noi i più ricchi d’Europa, un pelino sopra la Germania” (Ilvio, 19 giugno 2010).
E venne agosto.
Mentre gli Usa rischiavano il default, i nostri politici già pregustavano le agognate vacanze, probabilmente rassicurati dal fatto che LUI, avrebbe riposato solo 5 giorni.
Non fu così, il crak dei mercati finanziari ha coinvolto il nostro paese, e non poteva essere diversamente.
La speculazione finanziaria non è altro che una…”scommessa”.
Gli investitori internazionali scommettono sulla debolezza degli stati, è successo con la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, accade con il nostro paese, dove una classe politica inconsistente, impegnata a risolvere i guai giudiziari del presidente del consiglio non solo è stata incapace ad analizzare ciò che accadeva nel paese reale, ma, cosa ancor più grave, ha sempre negato il baratro economico- sociale in cui rischiano di precipitare le famiglie italiane.
Le dichiarazioni di Ilvio sono lì a testimoniarlo.
La crisi, dunque, più della magistratura rossa e della stampa politicamente schierata, ha smascherato il bluff, costringendo, finalmente, il governo ad uscire allo scoperto ed ammettere implicitamente che la manovra finanziaria di quel genio (incompreso) del nostro ministro delle finanze era solo …fumo negli occhi.
Quel “meno tasse per tutti”, slogan prediletto dal nostro Ilvio in campagna elettorale è diventato sinonimo di “chiù pilu pi tutti” del nostro “ Cetto la qualunque”.
Non ci crede più nessuno.
La nebbia degli slogan si è diradata lasciando il posto alla triste realtà: occorre intervenire concretamente, rimettere a posto i conti pubblici, occuparsi del paese reale, lasciando da parte veline, bunga bunga, intercettazioni et similia.
Lo ha chiesto anche la BCE
A proposito, la “famosa lettera” inviata dalla BCE va ascritta, di diritto, tra i “misteri di questa strana estate”: nessuno ne conosce il testo ma tutti i membri dell’esecutivo ne parlano.
La rete intanto ha reso pubblico il menù di Camera e Senato, con prezzi concorrenziali anche per le mense della Caritas.
Mentre il paese sprofonda la Casta si nutre con i soldi dei contribuenti e lo fa senza ritegno alcuno.
Ancora più indigesto il menù offerto all’ovitalico popolo dall’esecutivo: 45 miliardi di euro il costo della manovra varata dal CDM.
Al paradosso di un ministro delle finanze che afferma “ questa crisi non era prevedibile, scriverò un libro” (sic), anziché pensare a dimettersi seduta stante, si aggiunge il dramma di un uomo costretto, suo malgrado, ad ammettere “ mani in tasca agli italiani, il cuore gronda di sangue”.
Già perché i tagli agli enti locali, Regioni, Provincie e Comuni, si tradurranno inevitabilmente in nuovi balzelli, tantè che a leggere le dichiarazioni di Formigoni ed Alemanno, due che proprio comunisti non sono “ I tagli che ci sono stati comunicati dal Governo attaccano il solo fronte sociale”, ben si comprende il significato della “confessione” del premier.
L’abolizione delle 36 provincie, rinviata alle prossime elezioni, lo stop ai doppi incarichi per i parlamentari “costretti” a volare in classe economica, sono solo uno specchietto per le allodole, l’estremo tentativo di un esecutivo inconsistente messo di fronte alle proprie responsabilità.
Il tempo dei “furbetti del governuccio” sembra essere agli sgoccioli, non fa notizia quindi la lettera pubblica inviata dalla nostra Aviazione al ministro della Difesa con l’invito a tenere un atteggiamento più consono nelle occasioni ufficiali.
Leggetela c’è da rimanere allibiti http://www.corriere.it/politica/11_agosto_...fd5e65f3e.shtml , non era mai successo nella storia della nostra Repubblica.
Nessuna sorpresa, in questa strana estate, neppure per i dieci milioni di euro che a quanto pare sono transitati dal conto del presidente del consiglio a quello del senatore Marcello Dell’Utri.
Don Marcello, infastidito dal clamore della vicenda, si definisce un principe decaduto che ha ricevuto un prestito da un amico, noi lo ricordiamo come un senatore di questa Repubblica condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

giovedì 4 agosto 2011

23 luglio 2011


Va in onda l’orrore.
90 minuti sono sufficienti a fare sprofondare la civile e mite norvegia nel terrore, a trasformare l’isola di Utoya in un inferno,qualche ora prima un auto bomba era esplosa a d Oslo, vicino al palazzo del governo.
Quasi cento i morti, vittime del 32enne Anders Behring Breivik, norvegese, islamofobo, che rischia solo 21 anni di carcere.
Sul volto del premier Jens Stoltenberg i segni della tragedia nazionale, nelle sue parole una lezione di civiltà per il mondo intero “La nostra risposta sarà più democrazia, più apertura, più umanità”.

Il nostro paese è riuscito a distinguersi anche in una occasione come questa e lo ha fatto nel modo peggiore.
Poche ore dopo la strage, Libero intitolava: “Con L'Islam il buonismo non paga. Norvegia sotto attacco:un massacro".

Peccato che a commettere la strage sia stato un cattolico norvegese, un colpo da ko per le firme del libello di casa Berlusconi.
Dopo una cantonata del genere qualsiasi giornale avrebbe quantomeno chiesto pubblicamente scusa ai suoi lettori.
Quelli di Libero non lo hanno fatto.
Probabilmente sono consapevoli del pubblico al quale si rivolgono, poco avvezzo alle scuse ed abituato alle balle colossali.
Difficile invece abituarsi alle “uscite” di Borghezio, l’europarlamentare della lega Nord ha affermato che “ le idee di Breivik sono buone”provocando il comprensibile sdegno della comunità internazionale, l’unico a dare man forte a quest’uomo ed ai mille perché della sua nascita è stato Speroni, altro europarlamentare della Lega, il quale non contento ha dichiarato “che la strage di Oslo è servita a qualcosa”, a conferma del vecchio adagio secondo cui la mamma degli idioti ha una intensa vita sessuale.
Dovrebbero riflettere gli italiani, perché queste braccia padane sottratte al salutare lavoro dei campi sono una loro creazione.
Farebbero bene a non dimenticare che in questi giorni “i furbetti del pellegrino”, vale a dire i (dis)onorevoli parlamentari che prenderanno parte al pellegrinaggio a Gerusalemme facendo slittare l’apertura dei lavori parlamentari dopo l’inizio del mese di settembre, hanno avuto il coraggio d’indignarsi per …l’indignazione suscitata dalla loro iniziativa. Bontà loro hanno deciso di fare solo quattro settimane e mezzo di vacanza invece delle cinque programmate.
Nel 2009 sono andati in pellegrinaggio in Siria, purtroppo nessuno rimase....fulminato sulla via di Damasco.
Chi invece ha rischiato seriamente di rimanere …fulminato dagli strali bipartizan che lo hanno preso di mira è Carlo Monai, parlamentare dell’Idv, che ha deciso di svelare ai giornalisti dell’Espresso i mille privilegi nascosti della “casta”.
La risposta, bipartizan, della “casta” non si è fatta attendere “Buttiglione (Udc): «E in corso una campagna antiparlamentare come quella che portò al fascismo». Malan (Pdl): «Guadagno molto meno dei parlamentari francesi». Concia (Pd): «Gli sprechi ci sono, ma attenti alla demagogia, la politica non può essere solo per i ricchi. E io lavoro 12 ore al giorno»
Sti cazzi, verrebbe da commentare mentre salgono i conati di vomito di fronte alla faccia tosta di chi non ha nemmeno il pudore di tacere.
Uno che invece non perde occasione per parlare è Gnazieddu La Russa, il nostro ministro della difesa, lo ha fatto subito dopo il lancio da parte di Gheddafi di un missile contro una nostra fregata, rassicurando l’ovitalico popolo che non eravamo noi l’obbiettivo del missile libico.
Dopo poche ore è stato smentito clamorosamente dal portavoce del beduino libico che già nel 1986 aveva lanciato un altro dei suoi missili contro l’isola di Lampedusa.
Sulla guerra in Libia, dopo il fragore mediatico dei primi giorni, è sceso il silenzio, lo stesso imbarazzante silenzio che sembra avvolgere la tragedia del popolo siriano massacrato a cannonate da Assad, forte della debolezza del mondo occidentale, restio ad intervenire dove non ci sono riserve energetiche da sfruttare.
Chi invece crede ciecamente nelle proprie …riserve energetiche è il nostro amato presidente del consiglio, che nel suo tanto atteso ed inconcludente discorso alle Camere, invocato di fronte alla dilagante crisi finanziaria, ha consigliato agli italiani di investire i propri risparmi nelle sue aziende, le uniche, a suo dire, a non conoscere la parola crisi.
I mercati si sono dimostrati insensibili di fronte alle parole del messia di Arcore andando a picco, evidentemente non hanno ritenuto rassicurante l’annuncio che il premier quest’anno ….riposerà solo 5 giorni.

T.

martedì 17 maggio 2011

Una nuova brezza

I primi risultati di queste amministrative sembrano alimentare un vento nuovo, specie al nord.
Si tratta di una leggera brezza che fa ben sperare.
Forse l’ovitalico popolo ha capito.
Forse è arrivato il momento di dire basta al bunga bunga ed occuparsi dei problemi seri del paese: il lavoro, l’ambiente, la politica internazionale, temi ridotti in questi mesi a mere comparsate in tv.
La novità in assoluto è rappresentata dall’affermazione dei candidati del movimento a 5 stelle di Beppe Grillo, uno che spara a zero sulla politica e vive di politica riempiendo i teatri.
E’ un dato importante che deve far riflettere: è il sintomo della chiara insofferenza degli italiani verso gli Scilipoti-boys, i voltagabbana, i professionisti della poltrona, di chi sui banchi del nostro parlamento gioca a solitario mentre i padri di famiglia hanno difficoltà a portare … il pane a casa,gente che va in pensione dopo qualche anno di “dolce far niente” mentre il cittadino comune nemmeno sa se avrà una pensione.
Prevedibile la “scomparsa” di FLI, Gianfrancuzzo probabilmente paga il suo tardivo affrancamento dall’ex alleato, un po’ meno prevedibile, ma gradito, lo scivolone della Lega.
Gli italiani probabilmente hanno capito che il futuro del partito sarebbe stato…er trota, figlio prediletto dell’Umberto e fine studioso. Evidentemente non hanno gradito.
In questi giorni dal clima incerto, il sole che sembra spuntare su Milano, Torino, Napoli e Bologna, fa ben sperare, ma di speranza non si vive, bisogna amministrare, e bene, è questa la grande scommessa.
In Sicilia bisognerà aspettare il 29 e 30 maggio per capire se è giunta la brezza del nord o rimane quel fastidioso scirocco che sembra opprimere la nostra isola.
I 27 comuni chiamati al voto sapranno darci indicazioni utili ...sul futuro climatico dell'isola.
Intanto registriamo, nell’ordine, un sequestro di 35 milioni di euro all'ex deputato regionale ed ex latitante Dc, Giuseppe Giammarinaro, il quale, come si legge sul giornale “Nonostante fosse sottoposto alla misura di sorveglianza speciale, nel 2001 fu esponente provinciale di spicco del partito del Biancofiore. Successivamente passò all'Udc sfiorando l'elezione, nel 2001, col simbolo scudocrociato.Dalle indagini è emerso che grazie a coperture istituzionali e nonostante la sottoposizione alla sorveglianza speciale Giammarinaro controllava attività economiche nel settore della sanità ottenendo finanziamenti pubblici regionali;
Assistiamo anche ad una rivisitazione in chiave politica de …”Il fantasma dell’Opera”.
Alla convention del neonato Partito dei Popolari, infatti, una vera e propria ovazione ha accolto l’evocazione di Totò – vasa vasa – Cuffaro, ristretto nelle patrie galere ma acclamato come “padre politico ed esempio di lotta alla mafia” da dirigenti e militanti del PID.
Siamo al paradosso o meglio, alla tragedia, che ci fa capire quanto sia difficile trasformare dalle nostre parti una leggera brezza in un impetuoso vento di …pulizia.

T.

sabato 2 aprile 2011

Fora da i ball

30 agosto 2010.

Il beduino libico pianta la sua tenda sul suolo romano, ricevuto con tutti gli onori dai nostri omuncoli al governo.

20 marzo 2011
Gli stessi omuncoli dichiarano guerra al beduino.
Nel mezzo le notti del …. postribolo di Arcore.
Due vicende apparentemente diverse in realtà legate da un sottile filo condutture: l’inesistenza della nostra classe politica ergo l’assoluta inconsistenza internazionale del nostro paese.
La Francia, da sola, dichiara guerra alla Libia, le elezioni sono alle porte e Sarkozy pensa bene di rispolverare la grandeur francese a spese del popolo libico.
I grandi si riuniscono in videoconferenza e lasciano a casa, giustamente, Ilvio. Quando ci sono interessi nazionali da tutelare e petrodollari da dividere non c’è posto per le “macchiette” travestite da capi di stato.
Mai il nostro paese era caduto così in basso.
La pilatesca indifferenza europea di fronte al dramma di Lampedusa è figlia delle notti di Arcore. Quelle che dovevano essere le vicende private di un anziano signore e delle sue escort diventano il tratto distintivo del nostro paese al di là delle Alpi.
Un esodo che riguarda tutta la vecchia europa diventa una faccenda italiana gestita con pressappochismo e superficialità imbarazzanti al pari delle dichiarazioni sul nucleare che hanno fatto seguito alla tragedia giapponese.
La verità è che gli omuncoli al governo vivono alla giornata, forti di una opinione pubblica narcotizzata dalle quotidiane dosi di reality, incapace di discernere la realtà dalle balle propinate dagli “scodinzolini” catodici che infestano l’etere.
Il parlamento è diventato il proscenio di un paese allo sbando, incapace d’indignarsi di fronte al vergognoso spettacolo di una classe politica che di fronte al dramma di “uomini, donne e bambini disperati” usa il vernacolo per dire pubblicamente di volerli “fora da i ball”.
Se avessero un minimo di dignità dovrebbero semplicemente vergognarsi.
Non ce l’hanno e noi siamo qui a scriverlo.

T.

venerdì 17 dicembre 2010

Un uomo e tre pagliacci.

Ho visto le immagini della manifestazione di giorno 14 e la memoria è ritornata ai giorni di Genova.
L’assalto al furgone della Guardia di Finanza sembrava il remake dell’assalto alla camionetta dalla quale partì il colpo che uccise Giuliani, questa volta per fortuna è andata diversamente, ma poteva succedere.
Se dalla pistola del finanziere pestato e buttato a terra fosse partito un colpo staremmo qui a raccontare un'altra storia.
Non è successo ma poteva succedere.
E se fosse successo mi chiedo se i tre ragazzi che stasera sono saliti sul pulpito della messa mediatica officiata da Santoro ad impartire la loro lezione di pseudo sociologia avrebbero avuto il coraggio di usare le stesse parole.
Mi chiedo se avrebbero avuto la dignità di non distinguere tra chi ha il sacrosanto diritto di manifestare e chi alle manifestazioni ci va con corredo di casco, scudo e molotov al seguito.
Mi chiedo quale valore abbiano per questa gente termini quali Stato, Istituzione, Governo,Parlamento.
Sapete benissimo come la penso su chi in questi anni ha governato il nostro paese, ma non accetterò mai che si possa anche velatamente giustificare chi non ha rispetto per la vita altrui.
Chi si riempie la bocca parlando di libertà e democrazia nascondendosi dietro una sciarpa e dimostrandosi, nei fatti, un delinquente, merita di essere chiamato con il suo nome, delinquente, appunto.
Se si giustifica la violenza si calpesta la democrazia.
E’ quello che hanno fatto i tre idioti che si sono affacciati dalla tribuna di Santoro.
Hanno giocato con le parole, privi della dignità e del coraggio necessari per rispondere in maniera diretta a chi chiedeva se giustificavano le scene di guerriglia andate in onda.
Ma lo hanno fatto.
Sono riusciti, per la prima volta negli ultimi dieci anni, a farmi sopportare Casini per più di 60 secondi.
Un dramma.
Al pari della sceneggiata di Di Pietro.
Abbiamo un governo di mascalzoni ed una opposizione di Venusiani, che di fronte alle scene di guerra andate in onda in mondo visione non sa fare di meglio che sollevare il dubbio degli infiltrati tra i manifestanti.
Poi magari si chiedono perché sono condannati a non governare per i prossimi venti anni.
Venti milioni di euro di danni, decine di feriti , qualche (per fortuna) …non morto e tutti i fermati immediatamente scarcerati.
Una di questi non ha nemmeno aspettato di uscire dal Tribunale per prendere a schiaffi un poliziotto.
Sono giunto alla conclusione che tutti gli operai che in questi mesi sono stati e continuano a stare sui tetti sono degli idioti, non hanno capito nulla.
Non è protestando in maniera pacifica e civile che si riescono a far valere i propri diritti.
“Sono due anni che il governo non ci ascolta” diceva stasera lo studente -solone ergo mettiamoci un casco prendiamo una molotov e andiamo a fare i rivoluzionari…… con i soldi di papà.
Se ci scappa il morto pazienza.
Se è uno “studente” diventerà un eroe, se è uno di quelli “che difendono la compravendita dei voti” (sic) magari si guadagna uno striscione come quelli che hanno accompagnato i morti di Nassirya.
Un uomo, un solo uomo e la sua idea di non violenza, hanno sconfitto un intero esercito liberando un paese.
Lui era Ghandi e mi chiedo se quei tre pagliacci ne hanno sentito parlare.

T.

lunedì 4 ottobre 2010

S.P.Q.R.

I ministri devono tenere «un comportamento sempre e doverosamente istituzionale».

A sostenerlo è il nostro Presidente del Consiglio, intervenuto dopo le polemiche scatenate dal ministro Bossi che ha dato la sua personalissima interpretazione dello storico S.P.Q.R. ossia “ sono porci questi romani”.
Per una volta ha ragione Ilvio: i ministri della Repubblica, eletti e pagati da tutti noi, devono tenere un comportamento istituzionale.
Ovviamente il premier, godendo della totale immunità, è legittimato a portarsi a palazzo Grazioli le escort che più gli aggradano, raccontare barzellette, con annessa bestemmia, sugli ebrei e Rosy Bindi, definire la magistratura un’associazione a delinquere, sollecitare una commissione d’inchiesta ecc ecc .
Lui è il premier, appunto, ed in quanto tale gli va riconosciuto come minimo il diritto alla “ contestualizzazione della bestemmia”, a sostenerlo è Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.
Per la serie “lassù qualcuno lo ama”.
Ironia a parte, l’ennesima uscita di Bossi, preceduta, qualche settimana fa, dall’indice medio rivolto ai giornalisti , è l’ennesima, ulteriore, conferma del livello della nostra classe politica.
Da mesi impegnati a discutere dell’appartamento monegasco dei “tulliano’s”, tra smentite, dossier, video messaggi e campagne giornalistiche monotematiche, registriamo la pochezza di una classe politica inconsistente, la cui unica qualità sembra essere l’accattonaggio della poltrona in vista di future elezioni, mentre il paese è totalmente privo di una politica economica che vada al di là dei consueti e vuoti proclami, tanto che la stessa Marcegaglia,alla quale non si può dare certo della comunista, ha detto chiaramente che la pazienza degli imprenditori si è esaurita.
Una enorme faglia tra il paese reale e quello mediatico è sotto gli occhi di tutti ma,purtroppo, è vista da pochi.
L’unico ministro che in questi mesi merita rispetto per il suo istituzionale silenzio è quello dello sviluppo economico, non foss’altro perché è l’unico ministro che …non è stato ancora nominato.
Un paese che cerca di uscire da una crisi planetaria, con un tasso di disoccupazione tra i giovani altissimo ed un potere di acquisto dei salari massacrato, non ha un ministro per lo sviluppo economico ma un premier che ne assume l’interim e racconta barzellette
Mi dicono che alla fine… “habemus ministro”, mentre scrivo è arrivato la lieta novella della nomina di Romani che ha appena giurato nelle mani di Napolitano.
Ci auguriamo per il bene del paese che il neo ministro abbia una casa di proprietà e, soprattutto, sia consapevole della sua provenienza.
Incassata la fiducia dai due rami (secchi) del parlamento si va avanti, tra un acquisto e l’altro di deputati, e la minaccia, sempre incombente, di nuove elezioni.
Intanto il paese reale affonda nell’incoerenza di un sistema che costringe un pensionato a sopravvivere con 500 € al mese e liquida ad un banchiere 40 milioni di buonuscita.
Solo il “gossip” sembra poter alleviare le sofferenze dell’italico popolo.
E gli argomenti non mancano di certo.
Si va dall’ennesimo scandalo per riclicaggio che ha coinvolto i vertici dello Ior , subito ricevuti dal Santo Padre, alla scuola di Adrio trasformata in un bazar di simboli leghisti; dall’arresto dell’ex arbitro Moreno, pizzicato con 6 kg di droga nelle mutande, alla caduta del mito di “micioman Corona” “nominato” dal suo ex ..ragazzo Lele Mora.
E che dire del tentativo di attentato subito da Maurizio Belpietro direttore di Libero?
L’’intrepido direttore non ha perso tempo a dettare, quasi in diretta, i titoli della notizia alla redazione del suo giornale, paragonando, qualche giorno dopo, la sua vita blindata a quella di Saviano.
Esilarante accostamento.
Non foss’altro perchè lo scrittore napoletano è stato condannato a morte dalla camorra per le sue denuncie mentre il nostro direttore “è stato salvato” da un poliziotto che a quanto pare non è nuovo ad imprese del genere, avendo già sventato un analogo attentato contro l’allora procuratore di Milano D’Ambrosio.
Allora come oggi nessun testimone ha visto il fantomatico attentatore tranne, ovviamente, l’intrepido poliziotto.
Tra un gossip e l’altro venne sera, si fece notte e verrà l’alba di un nuovo giorno per il pensionato italico e le sue 500 € mensili.
L’unico vero, intrepido, eroe di questa nostra italietta.
Cosimo Damiano Nardelli, 38 anni, laureato in economia e commercio, invece, non ce l’ha fatta a reggere la luce di un giorno sempre uguale, l’ennesimo, da precario senza futuro.
Licenziato dal call center dove lavorava, ha deciso di farla finita buttandosi dal treno su cui viaggiava.
Ai tanti, troppi, Nardelli di questo paese di veline e politicanti vada il nostro inutile ma sincero pensiero serale.

T.

lunedì 13 settembre 2010

Il beduino e i suoi degni compari.


Nell’antica Persia, una donna, Sakineh, attende di essere lapidata, perché
accusata di adulterio e concorso nell’omicidio del marito.
Questa volta
nemmeno il corano, che non prevede la lapidazione, può essere invocato come
alibi da usare strumentalmente per “giustificare” la barbarie di un paese che
vive sprofondato nel medio evo prossimo futuro, ma…aspira a dotarsi
dell’atomica.
In quella che fu l’antica Roma, invece,un beduino assurto al
rango di colonnello, viene accolto con tutti gli onori che si addicono ad un
capo di stato, mentre il nostro capo di stato non viene nemmeno avvertito della
visita del beduino e gli italiani si vedono costretti a sorbirsi l’invito a
convertirsi all’islam.
Frattini, uno che non ha mai nulla da dire oltre
l’ovvio, si scusa per la…dimenticanza.
In tema di scuse, che non
arriveranno, magari sarebbe il caso di pretendere quelle dell’osannato beduino
visto che, proprio oggi, un peschereccio italiano è stato mitragliato da una
motovedetta libica mentre era impegnato in una battuta di pesca nel golfo della
Sirte, cioè in acque internazionali.
Siamo stati noi stati noi a fornire ai
libici la motovedetta che ha sparato sui nostri pescatori, a bordo vi era anche
un nostro ufficiale della Guardia di Finanza, con funzioni di osservatore.
Non abbiamo dubbi sul fatto che abbia osservato, al pari di tutti gli
italiani, i fori dei proiettili libici.
Tra i pochi felici per le
esternazioni del colonnello, venuto in realtà a batter cassa chiedendo 5
miliardi l’anno all’Europa per fermare le ondate di migranti, il ragazzo di una
delle 500 hostess che lo hanno incontrato, il quale, raggiante, ha dichiarato
all’amata “ finalmente ti sei coperta, prima per strada ti guardavano tutti”.
I miracoli accadono ogni tanto, mentre gli idioti continuano a riprodursi
sempre.
Sull’argomento il premier ovviamente non si è espresso ma in molti
giurano che sia stato colto da improvvisa rabbia al pensiero che lui per una
sola mignotta, pardon hostess, ha rischiato il pubblico ludibrio.
Chi invece
per una volta lo ha subito il pubblico ludibrio (degli onesti) è stato Marcello
Dell’Utri, senatore della Repubblica italiana nonché condannato per fatti di
mafia, costretto, giorni fa, ad abbandonare la presentazione dei presunti diari
di Mussolini in suo possesso: “Altro che in galera, devi essere appeso per i
piedi», «Sei un mafioso, vergognati», «Uno solo dovete portare dentro e lo
sapete. Uno solo, lui», «Fuori la mafia dallo Stato», «Devi andare in carcere»
alcune delle accuse rivolte a Dell'Utri da un centinaio di persone.
E’
successo a Como, lontano anni luce dalla Trinacria.
Si è trattato,
probabilmente, di facinorosi comunisti sobillati dai soliti giudici dello stesso
colore.
Gli stessi giudici ai quali il nostro presidente del consiglio in
visita in Russia non ha lesinato i consueti apprezzamenti.
Robetta da nulla:
il capo del governo italiano va a trovare il suo “compagno di merende” con il
colbacco e davanti ai microfoni di mezzo mondo delegittima la magistratura del
suo paese.
Quando si dice politica internazionale di alto profilo, altro che
le dichiarazioni di quel piacione di “frattoFrantini”.
Poi ritornato sul
suolo natio, di fronte alla sconfitta della sua squadra, se ne esce con una
“perla” che non ha precedenti: anche i giudici sportivi sono comunisti.
Nessuno scandalo, nessuna critica, nessun …pudore, nel paese dove tutto è
concesso.
Deve averlo pensato anche il sette volte presidente del consiglio
e prescritto per mafia Andreotti, quando ha affermato che Giorgio Ambrosoli,
fatto ammazzare da Sindona e dai suoi amici mafiosi, se l’è andata a cercare.
Ha rettificato il pio Giulio, ma avrebbe potuto benissimo farne a meno e
tacere perché il nostro è un paese che non ha memoria e non merita eroi ma solo
comparse.

venerdì 6 agosto 2010

Succede ad agosto.

Finì. E’ finita.
La lunga luna di fiele tra “l’amato Ilvio” e Gianfrancuzzo è giunta al capolinea.
Stufo di essere trattato come un qualunque dipendente “dell’azienda Italia” Gianfrancuzzo ha detto basta,ha fatto la conta dei pretoriani rimasti ed è salito sull’Aventino.
Peccato non abbia avuto il coraggio di andare fino in fondo limitandosi ad astenersi sul voto di fiducia a Caliendo, in ogni caso lo scossone è stato forte, l’esecutivo ha avvertito il colpo, tanto che si parla di elezioni anticipate.
Gli italiani, quelli che non hanno spento i neuroni in favore di televendite e veline, sperano.
“Fini? Non conta nulla, vale 1,5 %,” ed ancora “sono solo 4 gatti”, queste le famose previsioni del “presidente veggente”. I gatti, tra deputati e senatori, sono 44 e c’è da giurare che la famosa filastrocca è stata il tormentone notturno di Ilvio&co.
Il busillibus a questo punto è vedere se si tratta o meno di una tempesta d’agosto, se, in altri termini, Gianfrancuzzo, che pure in questi mesi si è riempito la bocca con legalitè e honnêteté, si è davvero stancato di turarsi il naso di fronte alle continue porcate dell’esecutivo. Vedremo.
E l’opposizione vi starete chiedendo che fa? Quello che sa fare meglio: nulla.
Tra rivoli, correnti e torrentelli è il solito “tutti contro tutti”.
L’unica nota stonata di questo felice agosto è vedere le facce di gente come Casini, Rutelli e gli altri professionisti della poltrona brigare per avere un posto al sole.
L’impressione è quella delle iene che litigano per l’osso da spolpare.
Sedersi sulla riva del fiume ed aspettare che giunga settembre con……con i suoi venti di pioggia sembra l’unica cosa da fare.
T.

mercoledì 14 luglio 2010

Cesare è contento.

Ma forse sarebbe il caso di intitolare queste righe …4
pensionati sfigati.
Secondo il premier infatti i componenti della P3,
associazione segreta su cui stanno indagando i pm di Roma, sarebbero appunto
degli innocui vecchietti.
A differenza però degli italici pensionati, il
faccendiere Carboni Flavio, il senatore Dell’Utri Marcello il coordinatore
nazionale del Pdl Verdini Denis, non passavano le loro giornate a sfidarsi in
interminabili partite a bocce ma, pensano i giudici ed i carabinieri che hanno
redatto una corposa informativa, tramavano per cercare di corrompere i giudici
della Corte Costituzionale, chiamati a pronunciarsi sul lodo Alfano e i giudici
fiorentini impegnati nell’inchiesta sul G8
Robetta da pensionati, appunto.
Ha ragione Ilvio, che nelle intercettazioni viene chiamato “Cesare”, ad
essere contento, perché tra qualche giorno, una volta approvato il ddl sulle
intercettazioni, simili empietà mediatiche non potranno più verificarsi e
finalmente si potrà dedicare anima e core all’italia e agli italiani facendo
dissolvere le nebbie provocate dal “clima giacobino nel quale alcuni cercano di
far piombare il paese”
Il governo, ha detto “Cesarilvio” ha cuore
l’interesse dei cittadini, i quali, dal canto loro ricambiano con affetto tanto
da aver pagato, sia pure inconsapevolmente attraverso i servizi segreti e la
cricca di Anemone, l’appartamento dell’ex ministro Scajola.
Quando si dice
la …reciprocità dei sentimenti.
Intanto va rilevato che Scajola ha fatto
scuola il suo esempio infatti è stato seguito dal sottosegretario Cosentino,
dimessosi in queste ore,sul quale, è bene ricordarlo, pende una richiesta di
arresto.
Un faccendiere in carcere,un senatore della Repubblica condannato
in appello per mafia, un ministro dimissionario ma baciato dalla fortuna (non
capita tutti i giorni di ricevere in regalo un appartamento con vista colosseo),
un sottosegretario anch’egli dimissionario che alcuni vorrebbero arrestare, un
paio di magistrati ed il coordinatore nazionale del Pdl tutti indagati dai
soliti giudici comunisti ed un popolo, l’ovitalico popolo, in tutt’altre
faccende affaccendato, che sembra aver definitivamente smarrito quel “minimo
etico” di cui parla Felice Lima, uomo e magistrato d’altri tempi.
Questi
figuri sono ancora oggi al governo, vanno in tv ad accampare pseudo scuse, a
blaterare di privacy, di complotti da parte della magistratura ed altre amenità
del genere.
Questi figuri stanno “consumando l’anima di un popolo”
Ha
ragione Cesare ad essere contento.
T.

domenica 27 giugno 2010

Il gioco delle tre carte.

A Catania , a fera o luni (alla fiera del lunedì), un tempo
mercatino dei catanesi oggi appannaggio dei cinesi, vi era un signore molto
distinto, indiscusso maestro nell’antico gioco delle tre carte e dei campanelli.
Con la collaborazione di alcuni complici ripuliva i tonti che pensavano di
aver indovinato la posizione di una delle tre carte, accarezzando il miraggio
d’intascare le 50.000 £ che sventolavano sotto il loro naso.
Un gioco di
abilità indubbiamente ma, al tempo stesso, una palese truffa: la carta infatti
veniva spostata all’ultimo secondo approfittando di un attimo di distrazione del
tonto.
In questi mesi ho avuto la sensazione che quel distinto signore si
sia trasferito a Palazzo Chigi e si diverta ogni santo giorno a prendere per i
fondelli i milioni di tonti che abitano lo stivale.
Ha affinato la tecnica,
sostituendo carte e campanelli con proclami televisivi, idioti incravattati,
trasformati in megafoni umani, direttori compiacenti e scodinzolanti, tuttologi
del nulla quotidiano; insomma una pletora di gentucola pronta a negare il
sorgere del sole pur di compiacere il loro imbonitore e svolgere diligentemente
il ruolo di complice nel gioco delle tre carte
Ed i tonti vi starete
chiedendo voi? Quelli sono sempre più ...frastornati e contenti.
Sottoposti
al quotidiano bombardamento mediatico che vuole l’Italia felice, la crisi una
invenzione dei soliti giornalisti di sinistra e la manovra finanziaria un
toccasana necessario, continuano a pensare…. di poter intascare le vecchie 50000
£
Il milione di connazionali scesi in piazza? I soliti operai comunisti
presi in affitto per l’occasione dalla CGIL
Palermo sommersa dai rifiuti? A
Napoli sono miracolosamente scomparsi.
Il servizio sul cioccolato andato in
onda su Rai 2 mentre gli aquilani protestavano? Siamo stanchi di questi
terremotati che non si accontentano di vivere nelle ville messe a disposizione
del premier
La manovra finanziaria? Necessaria, sennò ci finisce come la
Grecia.
Provo ad immaginare le risposte di chi ha votato quest’esecutivo e
mi rendo conto di non avere sufficiente fantasia.
Non riesco proprio ad
immaginare una persona di media intelligenza capace di rimanere indifferente di
fronte allo stillicidio quotidiano di porcate fatto in nome di questo o
qull’interesse degli italiani, ma palesemente finalizzate a tutelare il
tornaconto di una solo: il nostro beneamato conducator e la sua corte di nani e
ballerini.
Per cercare di giustificare la distruzione dell’unico vero
strumento utile per la lotta alla criminalità, si va in tv a fare la gara a chi
le spara più grosse: siamo tutti intercettati, occorre tutelare la privacy, e
giù cifre quasi sempre senza riscontro alcuno.
Bisogna evitare che qualcuno
possa registrare anche le proprie conversazioni, certi disdicevoli inconvenienti
occorsi al premier non devono assolutamente capitare ai suoi fedeli sudditi.
Ecco pronto quindi l’emendamento “D’Addario” che vieta, appunto, di
registrare anche le proprie conversazioni.
Il lavoratore che di fronte alle
proposte oscene del suo datore pensa di registrare il tutto magari per usarlo in
un aula di tribunale è avvertito.
Geniale.
Come la manovra finanziaria,
vera evoluzione governativa del famoso gioco delle tre carte.
Il trucco c’è
ma non si vede e questo basta agli idioti per illudersi di poter vincere.
Poco importa che a pagare saranno sempre i soliti noti, non significa nulla
se persino Formigoni, che comunista non è, ha avuto parole durissime sui tagli
previsti dalla finanziaria.
Il governo, come promesso, non metterà le mani
in tasca agli italiani.
Lo faranno regioni e comuni, ormai al collasso,
magari introducendo l’Imu, imposta municipale unica.
Pensate che il sindaco
di qualsiasi comune riuscirà a far capire ai propri concittadini che la colpa è
del federalismo fiscale e dei tagli voluti dal governo? Ne dubito.
Se così
non fosse non si spiega la ragione della mancata indignazione popolare per la
nomina di un nuovo ministro che costa agli italiani un milione di euro all’anno
per non fare….. nulla.
Brancher, già il nome, se si tolgono due consonanti,
dovrebbe far riflettere gli italiani, il giorno dopo la sua nomina ha avuto la
sgradita sorpresa di leggere le dichiarazioni di Bossi che non erano certo
d’incoraggiamento “C'è un solo ministro per il federalismo e sono io”.
Qual
è stato il primo pensiero del “ministro inesistente”? Avvalersi del legittimo
impedimento per non essere processato per ricettazione nel processo Antonveneta.
Doveva riorganizzare il ministero e quindi non aveva tempo per farsi
processare con un normale cittadino.
Gli è stato fatto notare, dal
Quirinale, che non c’era nessun ministero da organizzare essendo lui un ministro
senza portafogli.
Pronta la replica al Tg3 “indecente, non si è mai visto,
si vede che l'Italia dopo aver perso i Mondiali se la prende con me”
Esilarante se non fosse, appunto, indecente.
Come la prestazione della
nostra nazionale uscita con infamia dal mondiale sudafricano caratterizzato
dalle vuvuzelas, trombette che riproducono il tipico ronzio delle zanzare con un
effetto talmente fastidioso da far dimenticare, anche se per pochi attimi, il
commento di Bagni che ha accompagnato le telecronache dei nostri “cavalieri
della vergogna”.
Per fortuna che è arrivata l’estate e si avvicinano le
ferie.
Ma anche per godere delle ferie occorre l’aiuto della dea bendata.
Prendete quella avvenente signora bionda, la quale, assunta nel mese di
giugno alla regione lazio sta trascorrendo le ferie (non maturate) in compagnia
del nostro presidente, anch’egli in ferie al ..G8, come non considerarla
fortunata?
A proposito della dea bendata, ho la sensazione che prediliga gli
uomini di governo più che la classe operaia, perché fino ad oggi non ho mai
sentito di un operaio che a sua insaputa ha ricevuto in regalo un appartamento
con vista colosseo.
C’è chi, però, pur essendo un uomo di governo, sebbene
solo della nostra amata isola, si è visto regalare uno scoop giornalistico che
lo vuole indagato per mafia e chi come Dell’Utri in questi giorni aspetta una
sentenza sempre per mafia.
Aspettiamo anche noi.
T.

martedì 23 marzo 2010

Correva l'anno...

18 marzo 2013.La fine del mondo profetizzata dai maya è solo un lontano e
sbiadito ricordo, come il film che la enfatizzava..Il 21 dicembre 2012 è stato
da tempo superato senza la prevista catastrofe.I maya si sono sbagliati.Lui
invece no.Il 18 marzo 2010 aveva predetto la sconfitta di mafia, ‘ndrangheta e
camorra in soli tre anni: (AGI) - Napoli, 18 mar. - "In tre anni sconfiggeremo
la mafia, la camorra e la 'ndrangheta'". Lo ha affermato Silvio Berlusconi in un
comizio a Napoli. "Lo Stato e' tornato ad essere lo Stato", dice il premier
ricordando i risultati del governo contro la criminalita'.A ricordare oggi alla
nazione le straordinarie doti divinatorie dell’attuale presidente della
Repubblica Berlusconi Silvio è il nuovo ministro dell’interno Matteo Messina
Denaro.Il capo del Viminale nella consueta rubrica quotidiana del Tg 1 di Emilio
Fede dedicata alla lotta all’immigrazione clandestina ha voluto rendere un
doveroso omaggio al presidente della Repubblica ricordando gli straordinari
successi conseguiti negli due anni sul fronte della criminalità organizzata con
la cattura di pericolosissimi latitanti come Antonio Di Pietro, Luigi De
Magistris, Michele Santoro, Marco Travaglio, solo per citarne alcuni.Il Ministro
dell’Interno nelle due ore del suo breve appuntamento quotidiano ha, inoltre,
più volte sottolineato come alla base di tali risultati vi sia la fondamentale
opera di revisione portata avanti con coraggio dall’attuale esecutivo-
presidenziale, capace di farsi interprete delle reali esigenze del paese ed in
grado finalmente di fare emergere la Verità dopo anni d’intollerabile
oscurantismo.Il ministro dell’interno ha continuato rivendicando con orgoglio la
riabilitazione di coloro che con le loro battaglie hanno scritto la storia di
questo paese riuscendo finalmente a svelare quello che è stato il più grande
inganno degli ultimi decenni: l’esistenza della mafiaBattaglie troppo a lungo
definite stragi da quanti con colpevole pessimismo e miopia si ostinavano a non
capire, a ricordare i Falcone, i Borsellino, i Livatino, taroccatori di
professione, occulti ingannatori delle menti e delle coscienze dell’ovitalico
popolo, oggi finalmente libero di ascoltare il Verbo mediaticoIl Ministro ha
ricordato con malcelata soddisfazione l’oceanica partecipazione virtual-popolare
alla Giornata dell’Amore che ha reso finalmente omaggio ai Senatori della Nuova
Repubblica: Riina, Provenzano, Santapaola, troppo a lungo derisi ed additati
come spietati mostri ed oggi finalmente riabilitati.Matteo Messina Denaro ,
infine, ha rassicurato i milioni di telespettatori facendo anche lui una piccola
profezia: entro il 31 dicembre di quest’anno saranno definitivamente sterminate
le ultime sacche di resistenza, l’alba del 2010 splenderà su un paese libero
finalmente dal cancro della magistratura.


T.

sabato 6 febbraio 2010

La legge …dell’ex

Io alla Camera ho votato contro e poi sono uscito dall' Aula perché molti reati si prescriveranno in corso d' opera».

Così parlò Edmondo Cirielli, padre dell’omonima legge, subito dopo averla ….sconfessata.
A ringraziare, invece, saranno i mafiosi, se Angelino non manterrà la promessa di “ fare di tutto per rimediare”.
Si, perché la ex Cirielli, che ha avuto tra i beneficiari gente del calibro di Previti e Tanzi, oltre a ridurre i tempi di prescrizione per “reatucoli” quali l’usura, la bancarotta, la truffa, l’aggiotaggio ecc. ha aumentato le pene per i reati di associazione mafiosa ed usura.
Solo che i soloni dello studio “Ghedini&associati” non avevano previsto che così facendo, se la pena è superiore a 24 anni, la competenza, passa dal Tribunale alla Corte d’Assise, come confermato proprio in questi giorni dalla Corte di Cassazione.
Risultato: centinaia di procedimenti per associazione mafiosa a rischio ed Angelino che si affanna a dichiarare “ faremo di tutto per evitare che ci possano essere conseguenze negative”.
Noi aspettiamo.
Insieme ai cittadini dell’Aquila, i quali ricordano quel 14 agosto del 2009 quando l’attuale responsabile della Protezione Civile, nonché futuro ministro, Guido Bertolaso, alla domanda su cosa si sarebbe potuto fare per evitare quelle morti, rispose: "parlerò il 31 dicembre nel momento in cui vi saluterò, dirò tutto ciò che penso anche su questo argomento. Oggi ritengo che non sia ancora opportuno. Anche perché voglio che lo sappiano tutti. Su ventiquattro ore al giorno ci penso ogni minuto."
Il 31 dicembre è passato da un po’ ed i saluti, probabilmente, arriveranno prima delle risposte.
E’ arrivato invece un Decreto Legge del 30 Dicembre 2009 che ha privatizzato la…Protezione Civile, trasformandola in una s.pa.
Dopo l’acqua si privatizzano anche i disastri e le emergenze, per l’aria probabilmente si staranno attrezzando.
Registriamo intanto la scomparsa dei terremotati dell’Aquila e degli alluvionati di Messina dai principali mezzi d’informazione.
Sarebbe bello pensare che tale scomparsa sia dovuta alla normalizzazione delle relative vicende, ma, non essendo stato ne a L’Aquila ne a Giampilieri, ed essendo i media occupati con il problema ben più grave della mancata partecipazione di Morgan a San Remo,probabilmente sarò costretto a convivere con tale sibillino dubbio che fa il paio con la domanda: che fine ha fatto il Decreto legge che avrebbe dovuto stanziare 1.000.000.000,00 € per mettere in sicurezza le zone del messinese colpite dall’alluvione?
Sono sette invece, e siamo alle ..Good news sicule, i milioni di euro chiesti dalla Procura contabile a Totò Cuffaro e all’attuale governatore Raffaele Lombardo, colpevoli secondo la Procura della Corte dei Conti di aver assunto con nomina fiduciaria (e stipendiato con i nostri soldi aggiungo io ) 20 ( v e n t i ) giornalisti nell’ufficio stampa della Presidenza della Regione.
Gli atti sono stati trasmessi alla Procura che ha aperto un fascicolo per abuso d’ufficio.
Di abuso di …. “sciocchezze clamorose”, secondo l’attuale governatore, si sarebbe invece macchiato il quotidiano francese Le Figaro, scrivendo dei lauti stipendi dei nostri funzionari regionali.
Ci auguriamo che il giornale francese, dopo la minacciata querela da parte di don Raffale, corregga il tiro con un altro articolo proprio sul ….numero dei giornalisti che lavorano per il presidente di turno della regione Sicilia, magari aggiungendo uno scoop sul motivo per cui ultimamente la madonna sembra essersi dimenticata del suo predecessore a Palazzo d’Orleans, il devoto Totò, tanto da consentire che venisse condannato anche in appello.


T.

lunedì 14 dicembre 2009

A proposito di... minchiate.

http://www.youtube.com/watch?v=cfZ13mvOXjw
Il video di Genchi è in tema con il topic….minchiate.
Anzi, se devo essere sincero, più che minchiate mi sembrano palate di fango.
Tolti i primi 50 secondi siamo in presenza di tre minuti e rotti di minchiate colossali, con l’aggravante della provenienza …”qualificata” dall’essere l’autore delle suddette un funzionario di polizia.
Vediamole nel dettaglio.
Descrivere Nicchi come un perdente e perdippiù “posato” dopo l’arresto dei Lo Piccolo che volevano farlo fuori, significa, a mio modesto parere, sminuire in maniera consapevole il ruolo del “figlioccio” di Rotolo, il quale, proprio in seguito all’arresto dei Lo Piccolo era l’astro nascente della mafia palermitana.
Ma questo Genchi dovrebbe saperlo.
Mi vengono in mente le argute analisi di esperti di mafia pronti a definire Provenzano, all’indomani della sua cattura, un vecchietto che non contava nulla
Affermare, in merito all’arresto di Nicchi, “ … si trovava a pochi metri dal palazzo di giustizia, non si capisce se è stato catturato o se stava andando a costituirsi nella speranza di evitare la cattura”, significa, ancora una volta, sminuire in maniera consapevole, il valore di tale arresto ma, soprattutto, il lavoro ed i sacrifici di quanti si sono impegnati nella cattura del boss, nei confronti dei quali, lo ripeto, bisogna togliersi il cappello e sciacquarsi la bocca.
Si tratta degli stessi poliziotti ai quali va, nel primo minuto del video, l’apparente solidarietà del vice questore aggiunto in aspettativa Genchi.
Il fatto che Nicchi si trovasse a poche centinaia di metri dal palazzo di giustizia non vuol dire assolutamente nulla, è un dettaglio del tutto insignificante.
Il covo di Riina era a 2,8 km dal Tribunale.
Ma questo Genchi dovrebbe saperlo.
Ma la cosa più grave, che sinceramente mi fa girare i cabasisi, è sentire questa porcata “ con la sceneggiata dei poliziotti là che cantavano davanti alla Squadra Mobile, ed i veri poliziotti che hanno fatto la cattura e che hanno fatto quella indagine, si sono vergognati e se ne sono andati. E mi hanno telefonato, mi hanno detto stanno facendo uno schifo, qua sta succedendo uno schifo perché hanno organizzato una messa in scena davanti alla questura, portando le persone loro, con i pulman, per organizzare quell’apparente solidarietà alla Polizia”.
Ora, a parte che a cantare in strada non erano i poliziotti ma i ragazzi di Addiopizzo, evidentemente Genchi negli ultimi 15 anni è stato piuttosto distratto (probabilmente perché troppo impegnato nelle sue consulenze) tanto da ignorare che le scene di giubilo davanti alla Squadra Mobile di Palermo hanno da sempre accompagnato la cattura dei latitanti più pericolosi: da Brusca ad Aglieri a Vitale a Provenzano ai Lo Piccolo.
Probabilmente sbaglio ma la maglietta rossa sventolata da uno dei ragazzi della catturandi in segno di giubilo era una delle magliette di Addiopizzo.
Verrebbe da chiedere allora se anche questa è arrivata con i pulman che hanno accompagnato i manifestanti davanti agli uffici della questura.
A proposito di “gite organizzate”mi viene il sospetto che gli applausi dei cittadini di Calatafimi che hanno salutato l’arresto del boss ergastolano Raccuglia (evento questo, si badi bene, di grandissima importanza perché verificatosi non a Palermo ma in un paesino del trapanese) al pari dei festeggiamenti davanti alla Squadra Mobile ad opera dei ragazzi di Addiopizzo, http://www.fascioemartello.it/2009/11/16/v...ile-di-palermo/ siano stati organizzati dalla stessa agenzia di viaggi.
I risultati di queste videominchiate del vice questore non si sono fatti attendere: http://www.libero-news.it/adnkronos/view/239199
Complimenti.

T.

lunedì 7 dicembre 2009

Dal processo breve alle…. minchiate di Spatuzza.

E’ bastato un fuori onda per scatenare l’ira funesta del premier e dei suoi pretoriani, a farne le spese Gianfrancuzzo Fini, reo di aver detto ciò che molti italiani pensano del premier.
Ilvio, tra il serio ed il faceto, ha minacciato di trasferirsi a Panama.
Mi viene voglia di aprire su FB un gruppo a tema: “quelli che… sperano che il premier ci rimanga Panama”.
Ma Ilvio non andrà a Panama, ha troppe cose da sistemare in questo disastrato paese, iniziando ovviamente …dalla giustizia, un tema a lui particolarmente caro.
Ecco quindi l’idea fulminante.
Non potendo, almeno per il momento, abolire i tribunali e quei loschi figuri che pretendono di amministrare la giustizia in nome del popolo italiano, occorre comunque venire incontro alla sacrosanta esigenza degli italiani di avere dei processi brevi.
Il titolo “processo breve” è una scelta azzeccata, destinata a fare presa e degna di un grande esperto di comunicazione.
Ma si tratta, come direbbero a Napoli, di un pacco.
A parte i rilievi di incostituzionalità, lo scopo, neppure tanto celato, è quello di sistemare le annose vicende giudiziarie del “grande comunicatore” il quale, vistosi stoppare il lodo Alfano, ha pensato bene di passare al piano B, anche perché all’orizzonte si profilano le nubi di imbarazzanti dichiarazioni da parte di alcuni collaboratori di giustizia
Ma questo probabilmente agli italiani non interessa, ciò che importa è che il processo sia…breve.
Dunque, se entro due anni dal rinvio a giudizio non si giunge ad una sentenza si avrà l’estinzione del processo.
Come dire: scusate abbiamo scherzato, avanti un altro.
Gli strumenti per raggiungere tale obbiettivo poi, sono da …giustizia creativa.
Niente accorpamento degli uffici giudiziari, aumento del personale amministrativo, modifica della norma (art.13 c.2 D.L.vo 160\2006) che vieta l’assegnazione alle procure dei magistrati di prima nomina ecc., vale a dire di tutti quei provvedimenti che potrebbero dare un significativo apporto alla risoluzione del problema della lungaggine dei processi.
Provvedimenti che, se adottati, rischierebbero di risolvere il problema, e questo ovviamente non sarebbe tollerabile perché non funzionale alle esigenze del premier, meglio allora limitarsi a statuire sic et simpliciter che i processi devono durare al massimo due anni.
Che ci vuole? Bastano tre articoletti ed il problema è risolto.
Se domani volessimo risolvere il problema della fame nel mondo probabilmente ne basterebbe uno solo di articolo.
Se poi i magistrati, come ha sostenuto Gasparri, lavorassero di più la vittoria sarebbe certa.
Se lui sparasse meno cazzate, noi gliene saremmo eternamente grati.
Vederlo in video mi fa quasi lo stesso effetto di Capezzone ed eccita quella parte oscura di me che mi urla di fracassare la tv.
A proposito di cazzate, ammirevole il tentativo di Libero e de Il Giornale di rinvigorire il vernacolo siculo con l’uso del termine “minchiata” riferito alle dichiarazioni di Spatuzza.
Gaspare Spatuzza non è un “picciotto” qualunque, è “uomo del disonore” dal 1980.
Dopo l’arresto dei fratelli Graviano, verso i quali nutre una profonda venerazione, è stato capo mandamento di Brancaccio, si è auto accusato di circa 40 omicidi e, soprattutto, ha preso parte alle stragi del 92\93.
Insomma uno che …qualcosa la sa.
Da circa un anno collabora con diverse procure e in questi giorni ha fatto i nomi di Dell’Utri e Berlusconi.
Il primo, senatore della Repubblica italiana, è stato condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, il secondo è l’attuale presidente del consiglio che sta conducendo una lotta senza quartiere contro al mafia e per tale ragione, a suo dire, è stato tirato in ballo dal collaboratore di giustizia
Se non ci fossero dei morti a ricordarci la gravità della situazione verrebbe da sorridere per la superficialità con cui si pretendere di offendere l’intelligenza dell’italiano medio .
I brandelli di carne disseminati a Capaci, in via D’Amelio, a Firenze non si prestano però ad una analisi ironica della situazione.
Io non so se Spatuzza dica la verità, saranno i giudici, che sprovveduti non sono, ad accertarlo.
E’ compito loro.
Probabilmente l’11 dicembre, quando saranno sentiti i fratelli Graviano ne sapremo di più
La sensazione è che la mafia abbia presentato il conto e voglia incassare qualche cambiale.
L’atteggiamento dei fratelli di Brancaccio che non hanno sconfessato Spatuzza, lasciando trapelare la possibilità di una loro collaborazione, sembrerebbe confermare questa sensazione.
Ma è solo una sensazione.
Di certezze invece si può parlare nel ricordare le “minchiate”, queste si, che hanno accompagnato le dichiarazioni di Spatuzza.
Iniziamo dagli organi d’informazione di casa Berlusconi.
Il “Giornale” che parla delle “minchiate” di Spatuzza è lo stesso che qualche anno fa ebbe a definire il giudice Antonino Caponnetto, il padre del pool palermitano, ….Capoinetto.
Giudicate voi.
Feltri direttore di Libero proprio in questi giorni ha detto di essersi sbagliato su Boffo, costretto a dimettersi per le minchiate riportate dal suo quotidiano.
Non perdete tempo a giudicare, si tratta solo di due episodi che la dicono lunga su chi con le “minchiate” ha un rapporto particolarmente intenso.
Le dichiarazioni di Spatuzza ovviamente sono state “rigirate” ed arrangiate ad arte.
E qui le minchiate raggiungono l’apice rossiniano.
Si inizia con il dire che questo governo è stato tra i più impegnati nella lotta alla mafia.

E’ vero, ha modificato, rendendole più dure, alcune norme del 41 bis ma di contro ha:
1.intenzione di modificare le norme relative alle intercettazioni telefoniche, strumento principe nella lotta alla mafia;
2.approvato al senato un emendamento che potrebbe consentire ai mafiosi di riappropriarsi dei beni confiscati, accogliendo una delle richieste di Riina contenute nel famoso papello;
3. ha respinto al senato un emendamento per l'equiparazione dei benefici per i familiari delle vittime di mafia e del dovere a quelle del terrorismo;
4.tagliato i fondi per la sicurezza.
Per la prima volta nella storia repubblicana, 40.000 poliziotti, carabinieri e finanzieri hanno manifestato contro il governo scendendo in piazza;
Qualsiasi altro governo di un qualsiasi paese cd civile si sarebbe dimesso il giorno dopo la manifestazione.
Ovviamente le dichiarazioni di Spatuzza rappresentano una ghiotta occasione per “giustificare” alcune richieste che, diversamente, sembrerebbero quantomeno …strane.
Modifica della norma sul concorso esterno e, soprattutto, della legge che disciplina i collaboratori di giustizia.
L’ultima richiesta in tal senso è di Bossi Umberto che non ha perso tempo nel proporre tale modifica.
Si tratta dello stesso Umberto Bossi che nel 1998 rivolgeva all’attuale “compagno di merende” le famose 10 domande che, ovviamente, non hanno mai avuto risposta
http://www.youtube.com/watch?v=xBbDthMDUoc
Su la 7, qualche sera, Liguori, fa disquisiva sulla vicenda Musotto affermando, senza essere smentito, che i pentiti avevano rovinato l’ex presidente della provincia di Palermo.
Il buon Liguori ovviamente si è ben guardato dal ricordare che per gli stessi reati venne condannato il fratello di Musotto, accusato di aver messo a disposizione la propria villa per delle riunioni mafiose.
Del resto stiamo parlando di quello stesso giornalista (Liguori) che appreso del suicidio del magistrato Lombardini interrogato da Gian Carlo Caselli, pianificava come gettare montagne di fango sul procuratore di Palermo.
Campioni di giornalismo.
E tra i campioni ovviamente non poteva mancare lui, l’insetto.
Mentre scrivo va in onda Porta a Porta, ho visto qualche spezzone, giusto il tempo della pausa sigaretta.
Mi è bastato.
Campeggia la scritta “Appesi ad un killer pentito”.
Si ricostruisce la storia criminale di Spatuzza, in studio sono presenti il sen Dell’Utri, condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, al quale, con i soldi dei contribuenti italiani che pagano il canone, si da la possibilità di passare addirittura per vittima ed agnello sacrificale; Cicchitto del Pdl, secondo il quale il vero problema è la gestione che i giudici fanno dei pentiti; tale Orlando del PD che non sa che pesci pigliare e Sansonetti, il quale esordisce dicendo che secondo lui il 41 bis andrebbe abolito perché disumano.
Ovviamente non poteva mancare la citazione di Andreotti, assolto dalle accuse dei pentiti.
Che la Cassazione abbia poi certificato che Andreotti ha avuto rapporti, incontri e contatti con i boss di Cosa nostra, almeno fino alla primavera del 1980, sembra non interessare a nessuno.
La prescrizione in questo strano paese vale come assoluzione.
Semplicemente …vergogna.
Quella stessa vergogna che dovrebbe provare chi in questi giorni si è affannato a strumentalizzare in maniera meschina e ridicola l’arresto di Nicchi attribuendo all’esecutivo i meriti per la cattura del boss palermitano.
Ridicolo è il termine giusto, perché si tratta dello stesso governo che ha tagliato i fondi per lo straordinario agli uffici investigativi e deve ancora pagare ai ragazzi della Squadra Mobile di Palermo lo straordinario per la cattura dei Lo Piccolo.
Si tratta di personaggi che dovrebbero almeno sciacquarsi la bocca prima di arrogarsi meriti che spettano ad altri.
Buonanotte Italia
T.

martedì 10 novembre 2009

Picconi e ..Muri.

Sono passati 20 anni dal crollo del Muro.
Quelle immagini fanno ancora riflettere, colpiscono nella loro attualità, rimandano ad altri muri che ancora resistono, separano, offendono.
Sono convinto che noi, generazione “del tutto pronto e subito”, non potremo mai capire fino in fondo l’incredulità di quei volti, quei pianti gioia per la libertà riacquistata.
Noi non siamo in grado di capire fino in fondo perché non conosciamo la vera essenza della libertà, non sappiamo cos’è perché non l’abbiamo mai persa, non abbiamo mai combattuto per essa. Semplicemente ce la siamo ritrovata, ci è stata regalata.
Ecco perché l’immagine dell’uomo che prende a picconate il muro ci strappa un sorriso.
Ma non dovremmo sorridere noi italiani, perché il piccone, quello politico, sta per far sentire la sua voce anche nel nostro paese.
Niente muri da abbattere questa volta, il popolo non dovrà scendere in piazza e Lei, la Giustizia, subirà solo pochi ma ben assestati colpi che non faranno rumore.
La riforma della giustizia è entrata con prepotenza nell’agenda politica.
A dire il vero il papi non ha mai fatto mancare agli italiani le quotidiane esternazioni sui giudici comunisti e la necessità di dar loro una calmata.
Solo che adesso è necessario passare dalle parole ai fatti, nell’interesse degli italiani naturalmente.
La nostra classe politica si è resa conto che i processi durano troppo, quelli degli italiani ovviamente, perché oggi è piuttosto difficile che un esponente della casta venga incriminato.
Fa eccezione Mastella e consorte, ma, il loro è un caso disperato, da libro cuore
A partire dal 1990, infatti, con pochi ma mirati interventi i nostri politici hanno abilmente scongiurato tale triste eventualità.
Hanno iniziato abrogando l’art.324 c.p., cui ha fatto seguito la modifica dell’art.323, la depenalizzazione (di fatto) del falso in bilancio e, nel 2005 la nuova legge sulla prescrizione.
Ora si apprestano a rendere impossibili le intercettazioni e, probabilmente, ad approvare qualche altra leggina sulla prescrizione.
Angelino, ha subito negato questa eventualità, ma il ministro ultimamente è chiamato a smentire il pomeriggio quanto affermato in mattinata.

Un esempio?
Martedì 5 Nov. Il supercarcere di Pianosa, riaprirà. Lo annuncia il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Nel piano carceri del governo - si legge in una nota - sarà prevista la riapertura del Pianosa. Il Guardasigilli ha dato mandato al Dipartimento di polizia penitenziaria di avviare le procedure per la riapertura del carcere. "Non solo riaprire il carcere di sicurezza di Pianosa, stiamo discutendo anche di riaprire il carcere dell'Asinara. Bisogna riaprirle e metterci dentro i mafiosi cattivi", ha detto da parte sua il ministro dell'Interno, Maroni.

Sarebbe interessante chiedere al ministro che fine faranno i ….mafiosi buoni.

Mercoledì 6 Nov. Il carcere di Pianosa non riaprirà. Dopo le forti proteste dei ministri dei Trasporti e dell'Ambiente, Matteoli e Prestigiacomo, contro la proposta di riaprire i penitenziari di Pianosa e dell'Asinara per i detenuti soggetti al 'carcere duro' (41bis), il Guardasigilli Angelino Alfano fa retromarcia.

Ma Angelino non è il solo a dover fare gli straordinari con le agenzie di stampa.

Oggi leggevo una dichiarazione di Scajola il quale annunciava che il prossimo Cipe conterrà le risorse per la banda larga e mi chiedevo come mai la sera prima Luca Barbareschi, uno che ha collezionato più del 50% di assenze in aula, nonchè vice presidente della Commissione Telecomunicazioni e Trasporti, ospite di Glob – l’osceno del villaggio - intervistato da Enrico Bertolino, manifestava preoccupazione per l’intenzione del governo di tagliare gli investimenti sulla banda larga.
E’ auspicabile che i due si parlino al più presto.
Un po’ come hanno fatto PDL e PD il 13 ottobre, quando hanno amabilmente inciuciato stoppando l’esame della proposta di legge costituzionale presentata dall'Idv per l'abolizione delle Province.
Naturalmente il tutto ….nell’interesse degli italiani.
E poco importa se in un sondaggio del Sole24ore il 92% degli abitanti dello stivale si è detto favorevole all’abolizione di questi inutili carrozzoni, abolizione che, per inciso, farebbe risparmiare circa 13 miliardi di euro l’anno.
Così come non ha nessuna importanza se nel programma del PDL si legge: Il nostro impegno sarà all’opposto sul lato della spesa pubblica, che ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò comprimibile. A partire dal costo della politica e dell’apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili).
Ed è inutile ricordare che lo “smemorato di Arcore” il 22 febbraio 2008 a Matrix ha definito le province enti inutili, proponendone l’abrogazione, ripetendosi il 15 sett 2008 da Vespa.
E’ inutile perché questo paese non ha memoria.

T.

PS
Buonanotte,Italia.

T.

mercoledì 28 ottobre 2009

E adesso passiamo alle buone notizie.

La Gabanelli avrebbe detto: e adesso passiamo alle buone notizie.
Io non sono la Gabanelli ma il fatto che Rutelli abbia manifestato l’intenzione di abbandonare il PD è indubbiamente una buona notizia.
Er piacione ha detto che “bisogna tracciare un percorso diverso, mettendo insieme persone diverse”.
Se, come sembra, è destinato ad approdare tra le fila dell’UDC c’è da augurarsi che il percorso non lo faccia da solo ma si porti dietro un bel po’ di gente, magari la Binetti e qualche altro personaggio in cerca di poltrone.
Intanto il popolo della sinistra ha scelto il nuovo segretario: Bersani.
Una scelta all’insegna del rinnovamento, incominciando dallo slogan “cambia l’Italia” che, a quanto pare, si è dimostrato vincente.
Ad aiutare il delfino di baffetto D’alema in questa difficile missione di cambiamento erano dei volti assolutamente nuovi per la gente di sinistra: Giusy la Ganga, ex socialista, candidato in Piemonte, Bassolino e Agazio Loriero.
Come dire il …nuovo che avanza.
Io, da buon infiltrato, ho preferito Marino,votandolo due volte nello stesso seggio e portandomi a casa la mitica molletta verde: ci attaccherò i calzini fucsia, nella speranza che ci possa scappare un servizio per quelli di canale 5.
A scappare, rifugiandosi in un convento, è stato Marrazzo, il governatore della regione Lazio, vittima dei suoi gusti sessuali e di tre delinquenti in divisa.
La vicenda è stata analizzata a reti unificate dalla premiata ditta Vespa&Vinci con annessi servizi sul mondo dei trans e l’intervento di “colleghi di sventure”.
Commovente l’intervento di Mele, l’ex esponente dell’Udc protagonista qualche tempo fa di un festino a luci rosse.
Marrazzo si è dimesso da governatore e ha detto addio alla politica.
Il presidente del consiglio che le puttane, pardon le escort, se le portava a palazzo Grazioli, è intervenuto invece durante la puntata di Ballarò con il solito affondo contro i giudici comunisti, i giornalisti comunisti e la tv pubblica comunista “L'anomalia italiana non è Silvio Berlusconi, ma sono i pm e i giudici comunisti di Milano che da quando Berlusconi è sceso in politica lo hanno aggredito in tutti i modi. I pm sono la vera opposizione nel nostro Paese”.
L’ira funesta dell’inquilino di Arcore era rivolta contro l’ennesima sentenza di condanna rimediata in appello dall’avvocato inglese David Mills, accusato dai giudici (comunisti) di corruzione in atti giudiziari.
A corromperlo con 600.000 euro, secondo i giudici (comunisti), sarebbe stato proprio l’attuale presidente del consiglio, il quale, c'è da scommettere, non godrà dell’attenzione della premiata ditta Vespa&Vinci a meno di clamorosi sviluppi in Cassazione.


T.

PS
Buonanotte,Italia.

lunedì 19 ottobre 2009

Fango.

Quello della montagna venuta giù a Giampileri.
30 morti che gridano vendetta.
Che non avranno mai, ovviamente, perché siamo in Italia.
Un paese dove una tragedia del genere diventa “una tragedia annunciata”.
Qualcuno mi spieghi che cazzo vuol dire.
Significa forse che dopo l’alluvione del 2007 non si è fatto nulla ed i soldi stanziati per mettere in sicurezza la montagna sono svaniti? Che vi è un sindaco che ammette candidamente che l’edificio ristrutturato in mezzo al fiume era regolare perché le carte erano apposto e non vuol sentir parlare di abusivismo?
Bene allora diamo anche l’annuncio che quasi 273 comuni siciliani sono classificati ad alto rischio alluvioni e frane già dal 2006, che a Messina c’è un intero quartiere , inquadrato dalle telecamere, che rischia di venire giù, così nella malaugurata ipotesi di altre vittime innocenti, potremmo sempre dire …era “una tragedia annunciata”.
Chiederei all’on. Nino Strano (quello della mortadella di Prodi) di ripresentare oggi la sua proposta di consentire nuove strutture all’interno della fascia di 150 metri dal mare, protetta dalla normativa regionale. Meglio aspettare l’estate, Ninuzzu, quando l’eco della tragedia sarà svanita.
Se si potesse comprare il dolore, se la morte avesse un prezzo, probabilmente basterebbero i 40 mln di euro promessi da Berlusconi e Lombardo. Ma non è così e i due dovrebbero spiegare per es. il motivo per cui nella finanziaria sono stati tagliati i fondi per il ministero dell’ambiente ed in Sicilia negli ultimi due anni non è stato approvato il Pai (Piano per l’assetto idrogeologico).
Noi quest'anno per la difesa del suolo abbiamo 50 milioni. Per il 2010 sapete quanto c'e'? Zero. Bisogna rendersi conto che la politica di tutela del territorio va fatta sempre, con finanziamenti continui e costanti".
A parlare è l’avvenente ministro Prestigiacomo alla quale verrebbe da chiedere “scusi ma lei sta al governo o si limita a villeggiare a Panarea”?
Altro fango, questa volta…istituzionale.
La Corte Costituzionale ha bocciato il lodo Alfano che avrebbe fatto del nostro premier il primo cittadino al di sopra della legge.
Non che non lo sia intendiamoci, perché lui si considera tale, solo che in questo caso avrebbe avuto il …bollino costituzionale.
Riassumendo: i giudici della suprema corte sono comunisti, fatta eccezione, ovviamente, per quelli che allietavano le cene del cavaliere; la sentenza della corte costituzionale è una sentenza politica; la costituzione verrà modificata.
Nulla di nuovo sotto il cielo dello stivale. Ma questa non è una novità.
Come non può essere considerata una novità la trattativa tra lo Stato e la mafia durante le stragi del 92.
Gli unici a non volerci credere sono quelli che in questa trattativa hanno avuto un ruolo.
Ciò che stupisce ed indigna, invece, è che Martelli e Liliana Ferraro, rispettivamente ex ministro e collega di Giovanni Falcone, hanno impiegato quasi 20 anni per ammettere l’esistenza della trattativa ed il fatto che Borsellino ne era a conoscenza.
Improvvisamente sembra che tutti abbiano riacquistato la memoria, da Violante fino a Grasso il superprocuratore che proprio in queste ore ha sostenuto in una intervista che la trattativa ha salvato la vita a molti ministri.
Vergogna.


T.

PS
Buonanotte,Italia.

sabato 26 settembre 2009

A volte ritornano.

E lo fanno con quella faccia tosta con la quale si sono impunemente spolpati il paese.
Erano gli anni della “Milano da bere” di Bettino e della sua corte, prima del ciclone “mani pulite” che diede al paese un po’ di sereno allontanando, per poco, l’insopportabile olezzo del malaffare.
Tra i vassalli della corte del "re di Hammamet" uno in particolare merita di essere ricordato: De Michelis Gianni.
Condannato in via definitiva per corruzione, autore di una famosa guida sulle italiche discoteche di cui era un grande estimatore, definito da Enzo Biagi, con inarrivabile arguzia, “avanzo di balera”, oggi quest’uomo ha finalmente sconfitto le nebbie dell’ignominioso oblio che sembravano avvolgerlo.
E’ ritornato e lo ha fatto con lo stile che lo contraddistingue.
Gli italiani, popolo di santi, navigatori e smemorati, possono ringraziare il ministro Brunetta per il dono fatto alla nazione che da oggi ha un nuovo consulente, “l’avanzo di balera” appunto.
Su cosa verta la consulenza di un siffatto personaggio non è dato sapere,ma siamo sicuri che Brunetta, un uomo che ha fatto della lotta agli sprechi (degli altri) nella PA una ragione di vita, qualcosa se la inventerà per giustificare i 40.000 euro pagati dagli italiani per questo (s)gradito ritorno.
Quarantamila euro lordi l’anno: praticamente volontariato - sorride De Michelis, capello corto e pancia ridimensionata -. Però sono felice di dare un contributo di idee» .
Per uno che ha lasciato un conto non pagato di 490 milioni all’hotel Plaza di Roma in effetti è volontariato, fatto con stile però.
Grazie Brunetta.
A ringraziare il governo, tutto, sono anche gli evasori fiscali che in questi giorni hanno fatto man bassa dei moduli per beneficiare del cd.scudo fiscale.
La bellezza della nostra lingua è che puoi giocare con le parole, ecco quindi che l’indulto per i farabutti che hanno rubato diventa “scudo fiscale”.
Provate ad immaginare se quel simpaticone di Tremonti andasse in televisione e dicesse: cari italiani questo governo si appresta a varare il decimo indulto in 30 anni, ci dispiace (ma non tanto) per coloro che hanno lavorato onestamente pagando le tasse ma, come ben sapete l’onestà è degli stupidi e tra l’altro non era nemmeno nel programma dell’esecutivo.
Meglio, molto meglio, parlare di “scudo fiscale”.
Di don Marcello Dell’Utri e dei suoi processi invece è meglio non parlarne.
Ed infatti i mass media si guardano bene dal farlo.
Non raccontano che per il rinomato bibliofilo dovrebbe essere in dirittura d’arrivo la sentenza di secondo grado per calunnia aggravata.
Quisquilie, don Marcello è accusato di aver cercato di screditare, con l’aiuto di due…. chierici, tali Cirfeta e Chiofalo, i collaboratori di giustizia che avevano testimoniato contro di lui nel processo che si è concluso con la condanna a nove anni
Ma don Marcello è sereno: il giudice Scaduti, che presiede il collegio che dovrebbe giudicarlo, è stato richiesto quale consulente della commissione antimafia e, con molta probabilità, il processo verrà azzerato.
La richiesta è venuta dai membri in quota PdL.
Ovviamente è solo una coincidenza e il caso non finirà nel salotto di Bruno Vespa al pari della vicenda del comune di Fondi.
Per la prima volta nella storia della Repubblica un rappresentante dell’associazione nazionale dei prefetti è sceso a manifestare insieme ai cittadini che chiedevano al governo di sciogliere per infiltrazioni mafiose il comune (che per inciso ha il mercato ortofrutticolo più grande d’Europa), come richiesto sette mesi fa dal Prefetto di Latina.
Una anomalia storica.
Ma le “anomalie” solitamente vengono ignorate dall’ovitalico popolo.
I calabresi, quelli onesti almeno, per esempio, dovrebbero fare una vera e propria mattanza non di tonni ma di chi ha avvelenato il mare affondando quelle navi cariche di veleno.
Una sorta di Notte di San Bartomeo rivisitata e corretta.
I siculi che di tragedie invece son maestri ultimamente preferiscono la….farsa.
Accade così che il sindaco di Palermo Cammarata, l’homo ridens che ha inventato il dentifricio, decida di raddoppiare l’Irpef il giorno dopo che un suo dipendente viene beccato dalle telecamere di Ricci mentre risulta …regolarmente assente da lavoro perché impegnato a fare il mozzo sulla sua barca
Potenza dell’arte.
I Bronzi di Riace e loro scultoree facce da oggi sono avvertiti.

T.

PS
Buonanotte,Italia.

martedì 25 agosto 2009

L'uomo del ponte.

In un famoso spot degli anni 80 “l’uomo Del Monte” , dopo aver assaggiato un pezzo di ananas, pronunciava il fatidico “Si” che dava il via alla raccolta dei frutti nella piantagione.
Oggi, a distanza di quasi trent’anni, la celebre frase “l’uomo Del Monte ha detto si” è diventata …realtà.
Noi siciliani, infatti, possiamo affermare con orgoglio di annoverare tra i nostri illustri conterranei l’incarnazione vivente di quello spot: “l’uomo Del Ponte”, al secolo Tony Zermo, una delle penne di diamante del più importante quotidiano isolano.
E “l’uomo del Ponte”, sulle pagine del Washington Post siculo, ha pronunciato il fatidico “Si” su una questione di vitale importanza per le sorti dell’ovitalico popolo: l’insegnamento del dialetto nelle scuole.
Lo ha fatto una memorabile intervista a Lino Lenza,assessore regionale ai beni culturali.
L'assessore dal canto suo è stato pronto nel dichiarare: «E’ assolutamente corretto introdurre il dialetto siciliano, o almeno una parte, nelle scuole. Ma la cosa più importante è soprattutto studiare la storia della nostra terra, le dominazioni che ha avuto, cosa hanno lasciato nel campo dell’arte”.
Argomentando che “ molto spesso troviamo persone che non sanno perché quel comune ha quel nome…” http://giornale.lasicilia.it/giornale/1908...02/navipdf.html
Per una strana associazione di idee mi viene da pensare che molte persone, e tra queste, probabilmente, l’assessore, non sanno per es. che “l’uomo Del Ponte” nel 1998 in un altro celeberrimo articolo apparso sul quotidiano più usato nella pescheria, ha recriminato sulla scomparsa dei cavalieri del lavoro catanesi così bravi e potenti "da attirare non solo ammirazione, ma anche invidia, tanto che qualcuno, negli anni bui li soprannominò i "quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa" come se i mali della città dipendessero da loro".
Quel “qualcuno”, il cui nome il bravo giornalista si guarda bene dal fare, era Giuseppe Fava, caduto per mano mafiosa, gli “anni bui” sono gli anni del sacco di Catania che videro l’ascesa di un uomo pio e timorato di Dio : Nitto Santapaola
Ma questa è un’altra storia, che, probabilmente, non verrà mai raccontata nelle scuole, neppure in vernacolo.
Intanto, a leggere gli articoli dedicati all’argomento apprendiamo (a conferma che De Andrè aveva ragione sulla utilità dei ….rifiuti del metabolismo umano) che già nel 2000 l’allora governo Capodicasa pensò bene d’introdurre lo studio facoltativo del dialetto nelle scuole siciliane, con buona pace per la proposta leghista, arrivata con ben nove anni di ritardo.
I risultati mi pare siano sotto gli occhi di tutti, basta farsi un giro nelle scuole della nostra regione per rendersene conto e lanciare una proposta ancora più rivoluzionaria: l’istituzione facoltativa dello studio della lingua italiana.
Se poi si decidesse, magari per decreto e ponendo la fiducia, di rendere obbligatorio anche per la categoria dei giornalisti lo studio della letteratura italiana, probabilmente, si eviterebbero certe cantonate o citazioni ad minchiam, come quella che vede protagonista, nello stesso articolo dell’intervista all’assessore, il nostro “uomo del Ponte” , il quale attribuisce a Ciullo d’Alcamo il celebre sonetto di Cecco Angiolieri “ Si fossi foco…”
Ma a lui, non avendo i morti diritto di parola ed i vivi il dovere di ricordare, tutto è concesso.
Ed allora concedetemi di credere che Antonello Venditti scrivendo “penna a sfera” pensasse al nostro Tony http://www.youtube.com/watch?v=TPBh-fjkefE
Non è così, lo so, ma il pensiero è dolce e mi allieta lo stesso.

T.

PS
Buonanotte,Italia.