E’ bastato un fuori onda per scatenare l’ira funesta del premier e dei suoi pretoriani, a farne le spese Gianfrancuzzo Fini, reo di aver detto ciò che molti italiani pensano del premier.
Ilvio, tra il serio ed il faceto, ha minacciato di trasferirsi a Panama.
Mi viene voglia di aprire su FB un gruppo a tema: “quelli che… sperano che il premier ci rimanga Panama”.
Ma Ilvio non andrà a Panama, ha troppe cose da sistemare in questo disastrato paese, iniziando ovviamente …dalla giustizia, un tema a lui particolarmente caro.
Ecco quindi l’idea fulminante.
Non potendo, almeno per il momento, abolire i tribunali e quei loschi figuri che pretendono di amministrare la giustizia in nome del popolo italiano, occorre comunque venire incontro alla sacrosanta esigenza degli italiani di avere dei processi brevi.
Il titolo “processo breve” è una scelta azzeccata, destinata a fare presa e degna di un grande esperto di comunicazione.
Ma si tratta, come direbbero a Napoli, di un pacco.
A parte i rilievi di incostituzionalità, lo scopo, neppure tanto celato, è quello di sistemare le annose vicende giudiziarie del “grande comunicatore” il quale, vistosi stoppare il lodo Alfano, ha pensato bene di passare al piano B, anche perché all’orizzonte si profilano le nubi di imbarazzanti dichiarazioni da parte di alcuni collaboratori di giustizia
Ma questo probabilmente agli italiani non interessa, ciò che importa è che il processo sia…breve.
Dunque, se entro due anni dal rinvio a giudizio non si giunge ad una sentenza si avrà l’estinzione del processo.
Come dire: scusate abbiamo scherzato, avanti un altro.
Gli strumenti per raggiungere tale obbiettivo poi, sono da …giustizia creativa.
Niente accorpamento degli uffici giudiziari, aumento del personale amministrativo, modifica della norma (art.13 c.2 D.L.vo 160\2006) che vieta l’assegnazione alle procure dei magistrati di prima nomina ecc., vale a dire di tutti quei provvedimenti che potrebbero dare un significativo apporto alla risoluzione del problema della lungaggine dei processi.
Provvedimenti che, se adottati, rischierebbero di risolvere il problema, e questo ovviamente non sarebbe tollerabile perché non funzionale alle esigenze del premier, meglio allora limitarsi a statuire sic et simpliciter che i processi devono durare al massimo due anni.
Che ci vuole? Bastano tre articoletti ed il problema è risolto.
Se domani volessimo risolvere il problema della fame nel mondo probabilmente ne basterebbe uno solo di articolo.
Se poi i magistrati, come ha sostenuto Gasparri, lavorassero di più la vittoria sarebbe certa.
Se lui sparasse meno cazzate, noi gliene saremmo eternamente grati.
Vederlo in video mi fa quasi lo stesso effetto di Capezzone ed eccita quella parte oscura di me che mi urla di fracassare la tv.
A proposito di cazzate, ammirevole il tentativo di Libero e de Il Giornale di rinvigorire il vernacolo siculo con l’uso del termine “minchiata” riferito alle dichiarazioni di Spatuzza.
Gaspare Spatuzza non è un “picciotto” qualunque, è “uomo del disonore” dal 1980.
Dopo l’arresto dei fratelli Graviano, verso i quali nutre una profonda venerazione, è stato capo mandamento di Brancaccio, si è auto accusato di circa 40 omicidi e, soprattutto, ha preso parte alle stragi del 92\93.
Insomma uno che …qualcosa la sa.
Da circa un anno collabora con diverse procure e in questi giorni ha fatto i nomi di Dell’Utri e Berlusconi.
Il primo, senatore della Repubblica italiana, è stato condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, il secondo è l’attuale presidente del consiglio che sta conducendo una lotta senza quartiere contro al mafia e per tale ragione, a suo dire, è stato tirato in ballo dal collaboratore di giustizia
Se non ci fossero dei morti a ricordarci la gravità della situazione verrebbe da sorridere per la superficialità con cui si pretendere di offendere l’intelligenza dell’italiano medio .
I brandelli di carne disseminati a Capaci, in via D’Amelio, a Firenze non si prestano però ad una analisi ironica della situazione.
Io non so se Spatuzza dica la verità, saranno i giudici, che sprovveduti non sono, ad accertarlo.
E’ compito loro.
Probabilmente l’11 dicembre, quando saranno sentiti i fratelli Graviano ne sapremo di più
La sensazione è che la mafia abbia presentato il conto e voglia incassare qualche cambiale.
L’atteggiamento dei fratelli di Brancaccio che non hanno sconfessato Spatuzza, lasciando trapelare la possibilità di una loro collaborazione, sembrerebbe confermare questa sensazione.
Ma è solo una sensazione.
Di certezze invece si può parlare nel ricordare le “minchiate”, queste si, che hanno accompagnato le dichiarazioni di Spatuzza.
Iniziamo dagli organi d’informazione di casa Berlusconi.
Il “Giornale” che parla delle “minchiate” di Spatuzza è lo stesso che qualche anno fa ebbe a definire il giudice Antonino Caponnetto, il padre del pool palermitano, ….Capoinetto.
Giudicate voi.
Feltri direttore di Libero proprio in questi giorni ha detto di essersi sbagliato su Boffo, costretto a dimettersi per le minchiate riportate dal suo quotidiano.
Non perdete tempo a giudicare, si tratta solo di due episodi che la dicono lunga su chi con le “minchiate” ha un rapporto particolarmente intenso.
Le dichiarazioni di Spatuzza ovviamente sono state “rigirate” ed arrangiate ad arte.
E qui le minchiate raggiungono l’apice rossiniano.
Si inizia con il dire che questo governo è stato tra i più impegnati nella lotta alla mafia.
E’ vero, ha modificato, rendendole più dure, alcune norme del 41 bis ma di contro ha:
1.intenzione di modificare le norme relative alle intercettazioni telefoniche, strumento principe nella lotta alla mafia;
2.approvato al senato un emendamento che potrebbe consentire ai mafiosi di riappropriarsi dei beni confiscati, accogliendo una delle richieste di Riina contenute nel famoso papello;
3. ha respinto al senato un emendamento per l'equiparazione dei benefici per i familiari delle vittime di mafia e del dovere a quelle del terrorismo;
4.tagliato i fondi per la sicurezza.
Per la prima volta nella storia repubblicana, 40.000 poliziotti, carabinieri e finanzieri hanno manifestato contro il governo scendendo in piazza;
Qualsiasi altro governo di un qualsiasi paese cd civile si sarebbe dimesso il giorno dopo la manifestazione.
Ovviamente le dichiarazioni di Spatuzza rappresentano una ghiotta occasione per “giustificare” alcune richieste che, diversamente, sembrerebbero quantomeno …strane.
Modifica della norma sul concorso esterno e, soprattutto, della legge che disciplina i collaboratori di giustizia.
L’ultima richiesta in tal senso è di Bossi Umberto che non ha perso tempo nel proporre tale modifica.
Si tratta dello stesso Umberto Bossi che nel 1998 rivolgeva all’attuale “compagno di merende” le famose 10 domande che, ovviamente, non hanno mai avuto risposta
http://www.youtube.com/watch?v=xBbDthMDUoc
Su la 7, qualche sera, Liguori, fa disquisiva sulla vicenda Musotto affermando, senza essere smentito, che i pentiti avevano rovinato l’ex presidente della provincia di Palermo.
Il buon Liguori ovviamente si è ben guardato dal ricordare che per gli stessi reati venne condannato il fratello di Musotto, accusato di aver messo a disposizione la propria villa per delle riunioni mafiose.
Del resto stiamo parlando di quello stesso giornalista (Liguori) che appreso del suicidio del magistrato Lombardini interrogato da Gian Carlo Caselli, pianificava come gettare montagne di fango sul procuratore di Palermo.
Campioni di giornalismo.
E tra i campioni ovviamente non poteva mancare lui, l’insetto.
Mentre scrivo va in onda Porta a Porta, ho visto qualche spezzone, giusto il tempo della pausa sigaretta.
Mi è bastato.
Campeggia la scritta “Appesi ad un killer pentito”.
Si ricostruisce la storia criminale di Spatuzza, in studio sono presenti il sen Dell’Utri, condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, al quale, con i soldi dei contribuenti italiani che pagano il canone, si da la possibilità di passare addirittura per vittima ed agnello sacrificale; Cicchitto del Pdl, secondo il quale il vero problema è la gestione che i giudici fanno dei pentiti; tale Orlando del PD che non sa che pesci pigliare e Sansonetti, il quale esordisce dicendo che secondo lui il 41 bis andrebbe abolito perché disumano.
Ovviamente non poteva mancare la citazione di Andreotti, assolto dalle accuse dei pentiti.
Che la Cassazione abbia poi certificato che Andreotti ha avuto rapporti, incontri e contatti con i boss di Cosa nostra, almeno fino alla primavera del 1980, sembra non interessare a nessuno.
La prescrizione in questo strano paese vale come assoluzione.
Semplicemente …vergogna.
Quella stessa vergogna che dovrebbe provare chi in questi giorni si è affannato a strumentalizzare in maniera meschina e ridicola l’arresto di Nicchi attribuendo all’esecutivo i meriti per la cattura del boss palermitano.
Ridicolo è il termine giusto, perché si tratta dello stesso governo che ha tagliato i fondi per lo straordinario agli uffici investigativi e deve ancora pagare ai ragazzi della Squadra Mobile di Palermo lo straordinario per la cattura dei Lo Piccolo.
Si tratta di personaggi che dovrebbero almeno sciacquarsi la bocca prima di arrogarsi meriti che spettano ad altri.
Buonanotte Italia
T.
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lunedì 7 dicembre 2009
Dal processo breve alle…. minchiate di Spatuzza.
venerdì 3 luglio 2009
Intercettazioni.
28/01/09
Pdl e Lega hanno finalmente raggiunto l’accordo sul delicato tema delle intercettazioni. http://www.corriere.it/politica/09_gennaio...44f02aabc.shtml
La nazione ha potuto tirare un sospiro di sollievo, gli italiani infatti a forza di sentirsi dire tutti i giorni che sono spiati hanno sviluppato la sindrome da grande fratello arrivando a farsi bonificare da ditte specializzate il frigorifero di casa.
Già immagino i fedeli di catanesi alla prese con la nuova litania: "siamo tutti spiati tutti, viva San Silvio"
Alla riunione non ha partecipato il premier che ha accusato un lieve raffreddore, c’era però il suo esperto consigliori avv. Sen Nicolò Ghedini. Quando si dice la casualità.
Inutile discutere sul ddl, sono tali e tanti gli emendamenti che rischieremmo di scrivere inesattezze.
Del resto in questi ultimi mesi sul tema si è detto tutto e il contrario di tutto.
Il premier poi ha dimostrato la consueta coerenza nel rimangiarsi il pomeriggio ciò che aveva dichiarato in mattinata.
Aspettiamo, sono sicuro che le sorprese non mancheranno.
E’ interessante invece fare alcune semplici riflessioni su come si è arrivati a questo accordo e su alcune strane coincidenze.
Probabilmente se non fosse per gli stupri di questi ultimi giorni il tema delle intercettazioni avrebbe aperto le prime pagine dei maggiori quotidiani.
Ma si è trattato di una breve parentesi, arrestati i quattro rumeni adesso si può riprendere con le intercettazioni spiegando agli italiani che la loro privacy finalmente è al sicuro.
Un po’ più difficile sarebbe stato spiegare loro che il reato di violenza sessuale non rientrava tra quelli intercettabili qualora non ricorresse l’aggravante.
Ma si è posto rimedio in tempo, a quanto pare le limitazioni riguarderanno la durata delle intercettazioni non i reati.
La straordinaria coincidenza temporale con cui è venuto fuori il caso dell’archivio Genchi ovviamente …è solo una coincidenza, oltre che una colossale bufala.
E chiama in causa ancora una volta la qualità dell’informazione nel nostro paese.
La prima pagina del Corriere della Sera del 24 gennaio u.s. riportava un articolo in cui il premier affermava “«Sta per uscire uno scandalo che sarà il più grande della storia della Repubblica. Un signore ha messo sotto controllo 350mila persone, dobbiamo essere decisi a non consentire questo sistema di indagine che non deve continuare”. http://www.corriere.it/politica/09_gennaio...44f02aabc.shtml
In un paese normale, un giornalista normale prima di pubblicare una idiozia simile su un giornale normale avrebbe dovuto come minimo informarsi sul meccanismo che presiede all’intercettazione dell’utenza di un cittadino.
Avrebbe così scoperto, il solerte giornalista, che il signore al quale si riferiva il premier non avrebbe potuto intercettare un bel nulla.
Per un motivo molto semplice.
Gioacchino Genchi è un vice questore della polizia in aspettativa, nonché consulente di diverse procure, vale a dire un privato cittadino il quale, avendo compreso in anticipo che il mestiere di consulente è molto più redditizio di quello del poliziotto ha deciso di mettere a frutto l’esperienza acquisita
In questa sua veste di consulente non avrebbe potuto intercettare un bel nulla per ragioni di ordine giuridico (le intercettazioni vengono effettuate dalla polizia giudiziaria, vale a dire dai reparti investigativi di carabinieri, polizia e guardia di finanza previa autorizzazione della magistratura) e tecnico, con l’uso di apparecchiature di cui il consulente non avrebbe potuto disporre.
E le 350.000 persone intercettate ? Una balla, appunto.
Non di intercettazioni si tratta ma dell’analisi del traffico di utenze telefoniche.
C’è una bella differenza: nel primo caso infatti si ascoltano le conversazioni delle persone intercettate, nel secondo si incrociano i dati relativi ai contatti telefonici.
Il magistrato chiede ed autorizza il consulente ad analizzare i contatti telefonici tra Tizio e Caio.
Se poi Caio chiama Sempronio e quest’ultimo è un politico ecco che la cosa inizia a complicarsi.
I politici italiani, è cosa notoria, sono particolarmente gelosi della loro privacy, specie quando intrattengono rapporti di varia natura con faccendieri navigati ed influenti.
Cosa che, a quanto pare, De Magistris non voleva capire.
Ed il fatto che Genchi fosse il consulente dell’epurato magistrato ? Una coincidenza, appunto.
Intanto però sulla prima pagina del Corriere si fa credere che una sola persona ha intercettato 350.000 italiani.
E l’opposizione vi starete chiedendo?
Il Pd, con Lanfranco Tenaglia ministro ombra della Giustizia, si dice d'accordo sulla necessità di un legge che tuteli la privacy e stabilisca limiti certi e precisi al segreto investigativo, ma - avverte - «non si prenda a pretesto la vicenda Genchi, pur grave, per una riforma che limiti uno strumento di indagine che è fondamentale per l'accertamento dei reati e per la sicurezza dei cittadini».
Cavolo, non fosse per l’opposizione – ombra, resterebbe solo Di Pietro a dire che si tratta dell’ennesima bufala.
A dire il vero verrebbe da chiedersi quale opposizione, perché le parole di Rutelli instillano il dubbio che esista “"Abbiamo visto cose molto, molto, molto rilevanti", ha detto stasera alla registrazione del programma Rai "Porta a Porta" Francesco Rutelli, presidente del Copasir, riferendosi soprattutto alle notizie di stampa secondo cui sarebbero stati intercettati anche agenti dei servizi.”
Per la serie… abbiamo visto cose che voi cittadini normali non potreste mai comprendere, fortuna che ci siamo noi “ Blade runner” a difendere la vostra privacy.
Noi ...dell’opposizione ombra, in un paese di ciechi è il massimo che si possa pretendere in questo periodo di saldi.
Buonanotte Italia.
T.
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Tg violenti,ci pensa.. Sandro.
29/12/08
T.
PS Buonanotte,Italia.
A voler fare un piccolo bilancio dei problemi che affliggono il nostro paese emersi nelle ultime settimane si rischia di rimanere senza fiato, ma, soprattutto, si corre il rischio concreto di interrogarsi sullo stato della propria salute mentale.
Lasciando stare Di Pietro che è un problema del Pd e solo di riflesso del nostro paese a leggere le dichiarazioni di Ilvio&co si scopre che il problema principale è, e non poteva essere altrimenti, la giustizia.
E’ bello scoprire che si ha qualcosa da condividere con chi ci governa.
Naturalmente quando parlano di riforma della giustizia è chiaro che questi signori hanno a cuore le sorti dell’ovitalico popolo, ma questo si era capito.
Anche se in ritardo credo lo stiano scoprendo anche gli italiani, almeno spero.
E che dire dei graffitari?
Altra piaga che merita attenzione ed una efficace quanto pronta e risoluta azione governativa.
Di fronte ad un simile problema non si può certo tollerare ritardo alcuno.
I ragazzini, figli di papà, che sono soliti andar per muri sono avvertiti.
Oggi però la nazione ha scoperto nello sconcerto generale di avere un altro grosso problema: la violenza cruda eccessiva e deviante (per le giovani menti) che promana da tutti i tg nazionali.
A lanciare l’allarme…..Sandro Bondi, ministro dei beni e delle attività culturali.
Ora, mi rendo conto che è difficile se non impossibile dare torto a Sandro,chi non vorrebbe avere come nonno, zio, mentore, vicino di casa, una persona così a modo?
Tutti immagino.
Personalmente ogni volta che ascolto la sua voce mi intenerisco.
Questo ex comunista, ex assicuratore, convertito sulla via di Arcore (altri tempi quelli in cui la via delle conversioni era Damasco) riesce a toccare le corde più profonde della sensibilità umana.
Non vi nascondo che uno dei più grandi crucci, e lo dico con malcelato pudore, è quello di non avere ancora ascoltato una delle celeberrime poesie dedicate al premier.
Rimedierò.
Intanto però trovo giusto ringraziare Sandro per l’accorato grido d’allarme.
Quello della violenza nei tg nazionali è un problema serio e lui da persona sensibile e a modo non ha esitato un istante a manifestare tutto il suo sgomento.
Grazie Sandro.
T.
PS Buonanotte,Italia.
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